Finalmente abbiamo visto OnePlus One, il terminale che ha fatto tanto parlare di se grazie alla campagna #NeverSettle.
Si sono presentati come “noi siamo i migliori e sappiamo di esserlo”. All’inizio si era molto scettici (non è la prima volta che le case produttrici si attaccano a vicenda), però con il trapelare delle informazioni riguardanti le caratteristiche tecniche e, soprattutto, il prezzo, il terminale ha iniziato ad acquistare popolarità.
Praticamente OnePlus One è un device con i “migliori” componenti hardware presenti, ad un prezzo molto accessibile.
È sempre bello avere una componentistica hardware al top, per poter “far girare tutto al meglio” (anche se, in verità, sfruttiamo si e no il 40% dell’attuale componentistica hardware)?
I problemi sono essenzialmente due:
- Perché, invece di creare “mostri di potenza”, non si pensa ad “alleggerire” sistemi operativi e applicazioni? La risposta è semplice: perché così uno smartphone potrebbe durare 5 anni invece di 1 o 2 e le vendite sarebbero quasi dimezzate. Vendite dimezzate = meno soldi = meno innovazione = di nuovo vendite dimezzate…. per entrare poi in un circolo vizioso di “crisi” e, per evitarla, ci si appoggia all’obsolescenza programmata.
- Perché “top di gamma” è sinonimo di “5 o + pollici”? Capisco che possa essere una “scusa” per far star dentro tutto l’hardware, però tutta questa “concentrazione” verso i 5,5 pollici mi pare una forzatura all’utente ad avere un display sempre più grande. Perché? Perché l’utente deve sperare che il suo patrimonio genetico gli abbia fornito delle mani enormi per maneggiare tutta questa tecnologia?
Intanto esce OnePlus One: lo smartphone per chi non si accontenta. Un “mostro di potenza” ad un costo quasi irrisorio: meno di 300€ (più conveniente di un Nexus). Purtroppo a questo terminale mancano due cose (che reputo fondamentali per l’acquisto di un device): l’effetto “wow” e la “portabilità”.
Manca l’effetto “wow” perché, in fin dei conti, è un terminale qualsiasi: nessuna novità eclettica e nessun tentativo di rivoluzionare qualche feature (un esempio di “rivoluzione” sono i tasti posteriori e la modalità “toc toc” per bloccare/sbloccare LG G2, oppure la possibilità di usare Moto X totalmente senza mani dicendo “OK Google”). Hardware pompato al massimo, va bene, ma non mi soddisfa più di tanto.
Manca la “portabilità” perché per maneggiare una padella del genere ci vogliono due mani, elimina totalmente la privacy (chiunque può “sbirciare” quello che scrivo in un display del genere), il display diventa fastidioso (così grande e ad una spanna dagli occhi…) e, in certi casi, diventa proprio scomodo da tenere in tasca. (E non è la prima volta che definisco OnePlus One una padella).
In sostanza: comprerò OnePlus One? No.
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