Ho acquistato un nuovo smartphone, arrivo a casa, e la fatidica domanda che ognuno di noi si pone è:
Devo farlo scaricare completamente prima di ricaricarlo? Devo subito metterlo in carica tutta la notte? Devo estrarre la batteria quando il telefono è al 100%? Come faccio a mantenerlo in salute?
Vediamo di sfatare un po’ di miti sulla batteria dei nostri dispositivi mobile e nel contempo di capire effettivamente come funzionano così da mantenerle in condizioni di efficienza elevate il più a lungo possibile.
Al giorno d’oggi si sa, il principale problema della telefonia è la durata della batteria, molti i progressi fatti per ridurne peso, dimensione ed aumentarne l’efficienza energetica ma ancora nessuno ha scoperto la batteria perfetta, capace di garantire diversi giorni di utilizzo intenso.
Se non volete coltivare nel vostro giardino, magari estirpando le piante del vicino o i fiori della nonna, una piantagione di limoni da far invidia alla Lemonsoda per ricaricare in mobilità il vostro telefono, è meglio che teniate da conto la batteria del vostro smartphone e soprattutto la sua durata.
L’evoluzione della batteria
Nei primi anni ’90 la batteria era realizzata in lega di Nichel-cadmio sicuramente meno efficiente dal punto di vista energetico dava comunque ottime soddisfazioni dato che il massimo della telefonia era data da dispositivi con schermi che avrebbero sfigurato in confronto ad una calcolatrice moderna.
In seguito negli anni 2000 sono apparsi i primi smartphone non nel termine che intendiamo oggi ma comunque capaci di funzioni aggiuntive al semplice chiamare e ricevere.
Questo genere di dispositivi pur avendo una batteria pessima sotto il punto di vista energetico e con ridotta efficienza causata dal fattore “memoria” (queste batterie infatti calibrano la durata della loro carica sulla quantità di energia ricevuta durante i primi cicli di ricarica) possedevano un hardware poco dispendioso dal punto di vista energetico.
Fortunatamente per ovviare al fastidioso problema dell’errata calibrazione iniziale che comportava un ridursi progressivo dell’efficienza energetica della batteria e tempi di ricarica sempre più lunghi, ci vengono incontro le batterie al Litio.
! PRIMO CONSIGLIO: Sfatiamo il mito sulla calibrazione delle batterie moderne, il principio della scarica completa prima della ricarica, non si applica a modelli di batteria agli Ioni di Litio: queste tipologie non sono caratterizzate, infatti, dal cosiddetto “effetto memoria”, e anche le ricariche parziali non ne compromettono la funzionalità.
Per rispondere alla domanda fatta in precedenza: Ho acquistato un nuovo smartphone devo farlo scaricare completamente? La risposta è ovviamente no!
Posso tranquillamente utilizzarlo e provarlo finché la batteria non scende attorno al 20-30% e solo in seguito metterlo in carica.
Dovete sapere che a dispetto di qualunque accorgimento una batteria al litio ha un ciclo di vita piuttosto breve quantificabile in una durata variabile dai 200 ai 500 cicli di carica/scarica, questo a seconda della bontà della batteria. Le continue cariche e scariche portano infatti ad deterioramento dei materiali.
Se una batteria buona dopo 450 cicli riesce ad arrivare a circa l’80% della sua carica originale, una pessima cella può anche dimezzare la sua carica o esaurirla quasi completamente (è il caso di alcune batterie acquistate per pochi euro su mercato di importazione cinese ad esempio).
! SECONDO CONSIGLIO: Meglio caricare sempre e spesso le batterie odierne anche quando la loro percentuale di carica si aggira attorno al 30-50% potete già tranquillamente ricaricarle completamente. Questo garantisce una miglior durata mantenendo in salute i componenti dell’elettrodo.
La cosa più importante in ogni caso è non lasciare mai scaricare completamente una batteria al litio, per la loro natura infatti non dovrebbero mai essere lasciate sotto il 15%. Questo mi rendo conto che paradossalmente va contro le concezioni di molti di voi, ma vi assicuro che è solo un luogo comune che ci portiamo dietro dalle vecchie batterie al Nichel-Cadmio di cui parlavamo sopra quello che appunto tenevano “memoria” della propria carica.
Andiamo alla scoperta del Litio (Li-ion), la batteria moderna:
Le batterie al litio, diventano ovviamente necessarie quando smartphone e Tablet iniziano a richiedere un consumo energetico decisamente più elevato da sostenere. Gli innumerevoli vantaggi che portano sono:
- assicurano prestazioni migliori
- un tempo di ricarica inferiore
- dimensioni più contenute rispetto alle pile della generazione precedenti
- un peso decisamente inferiore.
! TERZO CONSIGLIO: Uno smartphone vive molto di più se quando siamo a casa ricarichiamo la batteria anche se questa è al 50%, più corti sono i cicli di carica / scarica più dura la batteria. Non ci si deve affatto preoccupare di continuare a staccare e attaccare lo smartphone al caricatore: una carica parziale, anche del 20%, non vale infatti come un ciclo di carica/scarica intero.
Come abbiamo potuto constatare le pile al litio sono più leggere e mantengono la carica per più tempo, anche se non sono utilizzate. A fronte di questi vantaggi, gli accumulatori al litio soffrono di alcuni problemi piuttosto gravi e da non sottovalutare.
Il litio, in particolare, è un metallo che si scalda molto facilmente e, se si supera la temperatura critica, può diventare infiammabile e altamente pericoloso per l’incolumità degli utenti.
Le batterie al litio soffrono tantissimo il calore, e già una temperatura superiore ai 30° è considerata critica per una cella al litio: è necessario tenere una batteria a temperatura ambiente ed evitare di ricaricare uno smartphone che è già caldo perché non sarebbe in grado di trattenere tutta la carica.
! QUARTO CONSIGLIO: Le temperature più elevate sono raggiunte durante la ricarica, per questo motivo è consigliabile usare un caricabatterie dal basso amperaggio, affinché le componenti hardware non siano messe sotto elevato stress.
Non solo, ma le alte temperature hanno un effetto controproducente sulla batteria stessa, e quindi sull’aspettativa di vita delle batterie al litio. Al di là dell’invecchiamento naturale degli accumulatori, una temperatura di utilizzo elevata fa diminuire il numero di cicli di ricarica delle batterie, compromettendone la piena funzionalità anche solo dopo un anno di utilizzo.
! QUINTO CONSIGLIO: Non lasciare mai lo smartphone vicino ad elevate fonti di calore, come il cruscotto della propria auto al sole, la tasca dei pantaloni, il phone, o ancora non stressare l’hardware con giochi troppo esosi dal punto di vista grafico, in questo modo la cella di Litio risulterà più stabile e duratura nel tempo.
Perchè le batterie si gonfiano e diventando inutilizzabili?
Colpa della batteria? Colpa di una cattiva gestione dei cicli di carica scarica? Colpa di come utilizziamo il nostro smartphone? Assolutamente no, il problema è quasi esclusivamente della tensione di carica (voltaggio) dato dal produttore. Perchè avviene tale processo e come?
Vediamo di fare luce su questo mistero. Dovete sapere che una cella al litio dura decisamente più a lungo se viene caricata ad una tensione (voltaggio) prestabilito, pari a 3.92V.
A questa tensione si raggiungono anche i 4000 cicli di vita! Una quantità impensabile se paragonata ai 400-500 cicli reali.
Il problema è che ha questa tensione non è possibile raggiungere la piena capacità della batteria stessa: questo vuol dire che caricando una cella da 3.300 mAh ad esempio a 3.92V questa cella durerà moltissimo nel tempo, ma sarà in grado di erogare, da carica, al massimo 2000 mAh.
Riassumendo la batteria si manterrà in salute ma la sua autonomia di durata sarà inferiore a quella prevista dalla batteria stessa.
Un po’ come se compriamo un’auto sportiva ma per non “rovinare” il motore non superiamo mai i 50Km/h.
I produttori di smartphone non possono ovviamente fare questo ragionamento, hanno bisogno del massimo della capacità e dell’autonomia, ecco che alzano la tensione di carica a circa 4.2V: in questo modo la vita della batteria inizia a risentirne subito anche dopo meno di un anno, ma si ottiene il 100% di capacità di carica.
C’è però chi esagera, generalmente le batterie che riescono a durare di più in autonomia sono anche quelle che si deteriorano prima non è raro trovare celle di litio spinte anche a 4.3V per ottenere il massimo. Questo permette ai produttori di raggiungere il 110-120% dell’efficienza a scapito della qualità e durata della stessa che già dopo 8/9 mesi inizia a deteriorarsi o nei casi peggiori a gonfiarsi.
! SESTO CONSIGLIO: Nessuno di voi si è mai chiesto come mai tutti gli smartphone hanno una durata della batteria limitata a 1-2 anni di vita? Il motivo è proprio questo, la tensione elevata a cui vengono sottoposte le batterie dai produttori, tensione che nei casi peggiori tende a portare la batteria a gonfiarsi irrimediabilmente.
A che punto siamo arrivati?
Come successo alla fine degli anni ’90 con le batterie al cadmio, sembra che la storia sia destinata a ripetersi ai nostri giorni: l’hardware degli smartphone e dei tablet, sempre più potente, richiede un carico energetico che le batterie al litio sembrano non poter più supportare.
Ecco che Samsung ed iPhone di turno come qualsiasi altro smartphone di questi ultimi anni ha una durata della batteria decisamente pessima che non raggiunge mai il giorno interno di intenso utilizzo.
! SETTIMO CONSIGLIO: A volte per non consumare subito la batteria del vostro smartphone il consiglio è di lasciarlo in tasca e di parlare con le persone che vi stanno vicino o semplicemente di godervi un attimo di tregua spesso vi accorgerete è una buona soluzione.
Le batterie smartphone di oggi infatti sono arrivate al limite, e l’efficienza che garantiscono non è più consona alle richieste hardware dei dispositivi odierni.
Non resta che attendere nuove soluzioni già in sviluppo, nel frattempo fate buon uso dei consigli di questo articolo e vedrete che la batteria del vostro smartphone non vi tradirà lasciandovi a secco nel momento del bisogno.
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