Questa recensione vuole essere un po’ diversa da quelle che sono già state pubblicate dai miei colleghi di siti concorrenti.
Infatti non voglio seguire il solito discorso e schema che caratterizza le recensioni di un nuovo prodotto. In questo caso ci troviamo davanti ad un dispositivo nuovo ma allo stesso tempo già recensito in tutti i suoi particolari. Mancano però quelle cose che ognuno di voi magari vorrebbe vedere e conoscere ma che ancora non ha trovato.
Quindi ho raccolto i vostri commenti, non molti, ma hanno puntato tutti su alcuni particolari dell’uso quotidiano di questo Xiaomi. Oltre alle vostre richieste, inserirò anche io alcuni aspetti che mi hanno colpito durante questa lunga prova.
Quanto dura la batteria (sia in dual SIM che in mono SIM)?
Questa non è una domanda scontata. Infatti in tutte le recensioni si porta ad esasperare questa misura, magari stressando il dispositivo, cercando la massima durata a schermo acceso o la massima autonomia. Ma sfido chiunque di voi abbia un lavoro o comunque delle attività che occupano la vostra vita, a tenere acceso il display per più di 2 ore in un’intera giornata (salvo casi eccezionali). Il problema principale è schematizzare la prova e renderla compatibile con le esigenze di ogni lettore. Ecco perché nelle recensioni standard, che devono essere completate in tempi molto limitati, questi test sono molto razionali.
Ho provato il Redmi Note 2 per un mese, sostituendolo (o quasi) al mio cellulare principale, anche durante le ore lavorative.
La mia giornata tipica parte scollegando il device dal carica batterie, intorno alle 8 di mattina ma alcune volte anche prima, e si conclude la sera intorno alle 20, quando rientro a casa per cenare. Durante la giornata uso lo smartphone sia per scattare foto e per navigare in rete, sia da schermo che tramite hotspot. Le chiamate che effettuo e ricevo sono molte ma per lo più brevi, di rapporto con il mio datore e con i clienti. Riassumendo il mio Redmi Note 2 rimane per molto tempo in stand by, tranne che in pausa pranzo e verso sera. In queste condizioni si arriva all’ora di cena con ancora un buon 25% di batteria che si esauriscono con il normale check delle notizie e giro di gaming dopo il pasto.
Dai grafici d’uso della batteria, posso concludere che non esiste un apprezzabile differenza tra funzionamento a singola o doppia SIM, tanto è vero che in entrambi i casi l’autonomia è paragonabile. Il fatto che veramente stupisce è come il sistema sia in grado di ottimizzare il consumo durante il periodo di standby, riducendo all’osso l’attività del processore.
Per paragone, il mio usuale Galaxy S4 anche se tenuto in stand by (ma con le connessioni attive esattamente come il Redmi Note 2) arriva a stento alle 18, con una percentuale residua sotto il 10%.
La ricezione in Italia è buona?
Qui dove vivo io le reti 4G scarseggiano, ma quelle poche che si incontrano sono risultate tutte compatibili con il mio Redmi Note 2 con una ricezione mediamente superiore al Galaxy S4 e ad un Nexus 5. Tre e Vodafone non hanno avuto nessun tipo di problema alla connessione e ho notato che in ricerca reti è possibile vedere anche le restanti concorrenti sia con le reti 3G che 4G.
Il tutto è gestito dal firmware Mediatek che è sempre stato tra i migliori in questo campo, offrendo un valido supporto a tutte le funzionalità offerte dal sistema Dual SIM.
Il WiFi e il Bluetooth non hanno mai dato nessun problema né di ricezione né di connessione. Anche la funzione HotSpot risulta molto buona, garantendo un funzionamento stabile senza un eccessivo consumo di batteria.
È difficile da configurare?
Questa è una domanda che non ero certo di affrontare in questa recensione, anche perché qui non parliamo della MiUI ma del Redmi Note 2.
La MiUI come ben sapete è un’interfaccia pesantemente personalizzata che Xiaomi ha creato sulla base di Android. Se vogliamo dirla tutta è un Launcer che abbraccia molte più aree del telefono dei soliti.
Seconda cosa da conoscere quando si compra uno Xiaomi è il fatto che in Cina non è molto ben visto l’ecosistema di Google. Questo comporta la completa assenza dei servizi Google nella ROM originale installata dalla fabbrica.
Logicamente gli store internazionali sanno quanto Google sia importante per noi occidentali, una funzione per tutte è quella dello storage dei contatti, affidata nel cloud del nostro account Google, e quindi implementano una personalizzazione che prevede i servizi base, quali appunto il Google Services e il PlayStore.
Personalmente nella mia esperienza con il Redmi Note 2 acquistato da HonorBuy ho avuto qualche problema di troppo. Infatti non sono state installate correttamente tutte le applicazioni a corredo del Google Service e soprattutto quella della gestione dei contatti, che ho dovuto eseguire da solo.
Ma per farlo ho provato a ripristinare il dispositivo alle impostazioni di fabbrica e mi sono trovato davanti un ambiente completamente privo di Google. Soppiantato dai servizi Xiaomi che ne prendono efficientemente il posto, solvendo i compiti oramai associati alle GApps.
Come ne sono uscito? Con l’installazione di un’applicazione (non presente nel MiStore) che permette di aggiungere tutte le applicazioni Google di cui si ha bisogno, anche perché non sono direttamente disponibili nel MiStore. Vi lascio di seguito il link al forum ufficiale della MiUI dove viene spiegata in inglese la procedura per l’installazione di questa App.
Come potete capire, Xiaomi non è Samsung, almeno per noi occidentali. Ha bisogno di un certo livello di attenzione necessario alla configurazione. Una volta pronto il dispositivo sarà un piacere sia per gli occhi che per le varie funzioni che ne alleggeriscono l’uso quotidiano.
“Sta la lingua italiana?”
No! Solo cinese e inglese (ma con alcune parti sempre in cinese). Per avere una MiUI in italiano si deve installare una Custom ROM realizzata da MiUI Italia.
Il mio consiglio è però quello di cercare il più possibile di utilizzare il Redmi in inglese, mantenendo la ROM stock, sempre se per voi anche questo non risulti incomprensibile. Questo perché la ROM italiana è pur sempre basata sulla versione Developer della MiUI che non è del tutto priva di difetti e tende a volte ad essere instabile. Ho comunque sentito da molti utenti che la versione per il Redmi Note 2 si presenta molto veloce e con una ottimizzazione dei consumi molto elevata. Rimane il problema dell’installazione.
La tastiera ha le emoji?
Si certo, ma ha anche dei bellissimi ideogrammi cinesi a descrivere la funzione di alcuni tasti, per questo motivo vi consiglio caldamente di sostituirla subito.
Anche perché il correttore ortografico originale è disponibile solo per la lingua Cinese e per l’Inglese.
Fa belle foto?
Si, se la luce è buona è anche molto veloce a comporre la scena. Ma, se cala la luminosità o ci si affida alle luci interne a basso consumo, il risultato non può essere che mediocre e facilmente mosso. Usando il flash le cose migliorano, ma il tempo di messa a fuoco e scatto si dilatano drasticamente.
I colori risultano spesso poco precisi, è infatti usuale vedere una certa saturazione delle immagini ritratte. Per i puristi potrebbe essere un grande problema.
La modalità manuale permette la regolazione di soli due parametri e sinceramente la reputo inutile, mente il filtro “bellezza Volto” è fantastico, soprattutto quando si realizza un selfie con la propria ragazza…
N.d.r: Perché? Semplicemente perché oltre a migliorare il viso, ne associa un’età e un genere (man 23, woman 25 ecc…) questo logicamente può sfociare in un delirio quando vi trovate 10 anni in meno mentre la vostra ragazza viene valutata con 10 in più…
Ma lo schermo è enorme e io ho le mani piccole come faccio?
Perché i cinesi le hanno enormi? No, e infatti la funzione di utilizzo ad una mano è magnifica ed efficiente, basta un piccolo scorrimento dal tasto home a uno dei due bordi per trovarci un’interfaccia da poco più di 4 pollici nella quale è facilissimo navigare arrivando a coprirla tutta con una sola mano. Stupendo.
La retroilluminazione dei tasti è efficiente
I tasti capacitivi sono sempre ben visibili e distinguibili grazie alla retroilluminazione rossa e alla serigrafia, che li rendono in contrasto anche in presenza di forte luce. Quindi non spariscono mai dallo schermo.
Si trovano accessori?
Gli accessori per questo dispositivo non mancano. In Cina è indirizzato ad un pubblico giovane e soprattutto femminile. Questo lo rende al centro di un mercato di accessori molto ben fornito. Ma, se volete cover carrarmato per scalare l’Everest o fare rafting… per ora, non si trova nulla.
Perché lo hai preferito ai concorrenti?
Ero curioso. Sinceramente. Il Redmi Note 2 è un insieme di novità, almeno per me. Infatti monta un processore, L’Helio X10, che alla sua uscita mi ha ben impressionato e volevo provarlo.
Il design, curato ma semplice, con una pulizia delle linee e dei particolari sinonimo di un grande studio. La MiUI, è da provare. Ma non tanto per il design o per certe scelte funzionali, ma anche per tutto l’ecosistema che la sorregge. Come gli store dedicati alla personalizzazione, dallo sfondo ai suoni passando per icone e caratteri…
Sono rimasto stupefatto della facilità con la quale è possibile ottenere dei risultati appaganti in pochissimi tocchi. La batteria, dura una vita. Soprattutto in standby, non ci sono draining selvaggi e inspiegabili che mi sono capitati con altri dispositivi. Tutto merito del processore ma anche della gestione da parte della ROM.
Lo schermo prodotto per laminazione, è veramente bello da vedere, e non me lo aspettavo. Infatti sono sempre stato un appassionato di Amoled, ma questo LCD ha saputo colpirmi.
Cosa ti ha deluso del Redmi Note 2?
Stranamente, nell’uso quotidiano, ho notato che tende un po troppo a ridurre le prestazioni generali, tanto che alcune notifiche si bloccano. Ora, non so se magari esiste una configurazione della MiUI che non conosco, che regola questa caratteristica, ma sinceramente, avere il 90% della batteria a mezzogiorno ma essermi perso tutte le notifiche non mi è utile per niente…
E tutte le applicazioni preinstallate da Xiaomi, 90% sono in cinese, con contenuti cinesi, pensate per la Cina che non ama Google. Alcune le ho trovate molto belle e funzionali, ma totalmente inutili se non vengono localizzate almeno in inglese. La cosa più noiosa è anche il MiAccount. Un po come l’Apple ID prevede tutta una serie di servizi che associano il dispositivo all’account rendendo possibili backup e servizi aggiuntivi a volte aquistabili tramite MiCredit, che a loro volta si possono ottenere solo tramite coupon in cina.
Tra le caratteristiche, che si leggono sul sito ufficiale, nella sezione dedicata alla batteria, si fa accenno alla presenza di una tecnologia di quick charging…. ok, ma quale? ho fatto delle misurazioni e sono giunto ad una conclusione che non vi è nessuna esasperazione delle tensioni e correnti in ricarica, ma solo il supporto ai 2A di corrente. Questo permette una ricarica abbastanza rapida del Redmi Note 2, ma ne avrete bisogno solo la sera e quindi non sarà un problema.
Un’altra caratteristica tanto decantata nelle caratteristiche ufficiali, è la leggibilità sotto il sole dello schermo. Purtroppo con il nostro sole in piena estate, l’IPS del Redmi Note 2 non ha scampo, e risulta appena distinguibile. Logicamente basta porsi in ombra per riacquistarne la leggibilità.
Manca il chip NFC, che per il prezzo al quale viene venduto può anche essere una caratteristica da considerarsi superflua.
Conclusioni
Il Redmi Note 2 si può trovare online in molti store specializzati, io vi lascio qui sotto il link ad Amazon, per chi non è pratico di spedizioni e dogane.
Vi ricordo inoltre che questo dispositivo è dedicato ad utenti smaliziati, che non si fermano alla prima difficoltà incontrata nella configurazione. E’ bello, potente e ben costruito, ma è pur sempre pensato per la Cina e le sue regole. Dovrete trafficare qualche ora prima di poter ritrovare quell’ambiente che oramai Google qui in occidente, ha radicato in Android.
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