Samsung Italia rischia la class action a causa delle mancate comunicazioni esplicite sulla reale capacità di archiviazione dei suoi smartphone e tablet.
L’associazione Codici, che vi ricordo, è un centro per il diritto del cittadino, da il via a questa protesta ufficiale contro il colosso sud corano che, secondo loro, ha pubblicizzato una capacità di memoria che si è rivelata falsa, e ora chiede un risarcimento.
Dal 2013 la Samsung Italia ha presentato al pubblico i dati sulla capacità di memoria disponibile di diversi smartphone e tablet. In particolare, la disponibilità è risultata inferiore rispetto a quella prospettata dall’impresa perché occupata dal sistema operativo a da applicazioni preinstallate non salvabili sulla scheda SD.
Il primato del differenziale negativo spetta allo Xcover 2 e al Mini 2, che in realtà dispongono di soli 0,9 GB di memoria fruibile, ossia meno di un quarto rispetto e quanto dichiarato, che vi ricordo era di 4 GB di memoria disponibile.
Questa pratica è stata più volte condannata anche dall’autorità garante della concorrenza e mercato. In particolare l’Antitrust che ha giudicato queste informazioni come “fuorvianti” e ha condannato la Samsung a una sanzione amministrativa pari a un milione di euro, la società sud coreana ha iniziato dopo questa sanzione a implementare le informazioni sulle schede tecniche dei manuali d’uso, rendendole più corrette e veritiere.
Il segretario nazionale e dei codici, Ivano Giacomelli dichiara:
Intendiamo intentare una class action nei confronti del colosso asiatico, con l’obiettivo di ottenere un risarcimento del danno in favore di quei consumatori che sono stati costretti, loro malgrado, dopo l’acquisto dei dispositivi “incriminati”, a ridimensionarne notevolmente l’utilizzo rispetto a quello prospettato e garantito dalla Samsung.
Terminiamo quest’articolo dicendo che i consumatori danno sempre più valore al relativo spazio di memoria disponibile, dovendo scaricare contenuti sempre più ingombranti (app, film, musica, foto ecc.), sicché è molto grave che tali valutazioni siano falsate enfatizzando le potenzialità offerte dalla memoria di questi dispositivi, risultate poi ben inferiori rispetto a quelle promesse.
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