Google Now vs Siri vs Cortana – Chi vincerà? O meglio: ci sarà un vincitore?
Ah, gli assistenti virtuali: nessuno ha ancora capito veramente sin dove vogliano spingersi, ma una cosa è certa, non sarà una semplice passeggiata. Le tre grande case produttrici sembrano premere sull’acceleratore, e non hanno proprio alcuna intenzione di abbandonare la partita, ed è proprio per questo che il terreno di gioco, per noi, sta assumendo le vere e proprie proporzioni di un campo di battaglia. Google e Apple si erano già dichiarati interessati al settore degli assistenti virtuali, sviluppando, rispettivamente, Google Now e Siri; ma se a prima vista poteva sembrare il passatempo di due superpotenze della tecnologia, un confronto amichevole in cui ognuno guardava e si ispirava alle novità che l’altro proponeva, con l’arrivo di Microsoft (e di Cortana) la concorrenza si è fatta molto più agguerrita, trasformandosi in una competizione accesa. Ma, prima di parlare di specifiche, andiamo a vedere la storia che si nasconde dietro ad ognuno di questi tre assistenti virtuali.
La maggior parte di voi supporrà che l’onore di inaugurare la cronologia degli assistenti virtuali spetti a Siri – ed in effetti avete pienamente ragione: era il lontano 2011 quando, tra lo stupore generale, il vanto del team Apple e l’invidia dei concorrenti appariva, a bordo dell’iPhone 4S, con una presenza del tutto incorporea ma, a livello di vendite, assai robusta; il primato venne mantenuto sino al 2012, quando Android presentò Google Now, anche se bisogna ammettere che, a livello di funzionalità, i due assistenti virtuali lavorano su binari completamente diversi. Nonostante alle case produttrici di Cupertino e di Mountain View va riconosciuto il plauso di aver sottoposto all’utenza di massa un prodotto innovativo, è Microsoft la vera veterana del settore, la quale da oltre un decennio già lavorava sui sistemi di riconoscimento vocale, allora trattati soltanto da una ristretta nicchia di produttori.
Anche se Cortana presenta ancora la dicitura BETA, abbiamo ragione di credere che si preannunci una battaglia piuttosto interessante, in un campo dove non conta soltanto l’esperienza nel settore, ma la combattività: credete che un’assistente virtuale il cui nome deriva da un videogioco di guerra come Halo, non ne abbia?
Google Now vs Siri vs Cortana – Wait, what? I motori di riconoscimento vocale
È proprio da qui che inizieremo, perchè se il se vi sono alte possibilità che il vostro assistente virtuale vi deluda (non riconoscendo o mal interpretando quello che voi gli avete detto o ordinato di fare), vi sono altrettante probabilità che cessiate di utilizzarlo e passiate alla concorrenza.
Come potete ben immaginare, tutti e tre gli assistenti vocali soddisfano le aspettative, ma come al solito c’è chi svolge meglio i proprio lavoro e chi lo fa peggio. È stata rivolta loro una semplice domanda (in inglese, poichè Cortana per ora è disponibile soltanto nei paesi anglofoni): “What is the population of France?”. Ecco i risultati.
Dall’immagine si evince dunque che Siri è la migliore… a non capire. Difatti mentre sia Cortana che Google Now hanno elaborato con successo la richiesta dimostrando di procedere sempre più velocemente nello sviluppo dei motori di riconoscimento, Siri non è riuscita a comprendere l’ultima parola, mancando l’obiettivo. Se infatti sia Google che Microsoft hanno dato istruzioni ai propri assistenti virtuali di rielaborare le query incomprese in modo da ottenere (o, almeno tentare di farlo) un risultato comprensibilmente logico, Apple adotta invece la politica del “buona la prima”, fidandosi della prima interpretazione; in tal modo, però, si rischia, come in questo caso, che la richiesta rimanga sospesa, in una sorta di limbo.
Google Now si attesta come primo concorrente, ma non si può negare che Cortana sia vicina. Molto vicina.
Google Now vs Siri vs Cortana – Utilità
Passiamo ora a quello che è uno degli aspetti fondamentali di un assistente virtuale, ciò che veramente lo rende (magari non ancora, ma lo sarà in futuro) indispensabile: l’utilità. Un buon riconoscimento vocale è infatti inutile se non gli vengono associate una serie di funzionalità che il nostro personal assistant si fa carico di svolgere al posto nostro – come annotarsi i promemoria e impostare le sveglie mattutine: insomma, ciò che rende un assistente veramente tale.
Bisognerà però fare un po’ di chiarezza riguardo il concetto di “utilità”: un assistente virtuale diventa “utile” nel momento in cui va oltre le normali mansioni di base, come prendere note, cercare una pagina web, aprire un’applicazione o fissare un appuntamento, Queste infatti rappresentano l’essenziale, ma ci risulterebbe molto più comodo che Google Now, quando gli si chiede “Cos’è la festa della Repubblica”, andasse oltre la semplice data ed entrasse in modalità storia, mentre sarebbe più che altro meno fastidioso riuscire ad insegnare a Siri l’esatta pronuncia dei nostri nomi. Risulta anche utile il fatto che l’assistente virtuale riesca a svolgere i nostri ordini senza alcun intervento esterno – non possiamo che apprezzare Siri, che provvede a segnare le note in completa autonomia, al contrario di Google Now, che ci obbliga a compiere il lavoro sporco, lasciandoci al contempo però un discreto margine di personalizzazione.
In altre parole, l’assistente virtuale deve essere loquace, deve saper sostenere una conversazione che vada al di là del semplice botta e risposta. Con questo non stiamo dicendo che Siri diventerà la nostra compagna nelle uscite serali (a meno che non siate il protagonista del film “Her”), ma ci piacerebbe non dover ripetere due volte la stessa domanda.
Dallo scontro dunque Google Now vs Siri vs Cortana sul piano dell’utilità, Google Now ne esce trionfalmente vincitore, essendo assai più loquace dei suoi concorrenti: a differenza di Siri, qualora gli si chieda quale sia la capitale di Berlino, e successivamente quanta popolazione possieda la stessa città, Google Now non ha fatica a comprendere che il soggetto della domanda rimane lo stesso, mentre Siri concepisce le query “a compartimenti stagni”, ovvero separatamente le une dalle altre. Cortana, invece, è la più silenziosa, e lascia molto più all’occhio, che al suo ripetitore vocale, il lavoro di consegnarci informazioni. L’unico modo per ricevere delle risposte interconnesse tra le varie domande accade qualora ci si imbatta nelle cosiddette “combinazioni”, ovvero situazioni previste a monte dallo sviluppatore. Difatti se, e solo se, a Siri sia stato insegnato che ad una domanda X probabilmente seguirà una domanda Y, allora potrà fornirvi una risposta che non necessiti una ripetizione elle identiche premesse; ma siamo estremamente lontani da quelle che sono le capacità di Google Now.
Una lancia a favore di Cortana bisogna però spezzarla: la funzionalità di assegnazione dei promemoria è assolutamente encomiabile, se non altro per l’originalità e l’utilità. Qualora infatti volessimo ricordarci di congratularci con qualcuno perla promozione al lavoro, un bel voto preso a scuola o semplicemente appuntarci qualcosa di importante che vorremmo ci venisse ricordato la prossima volta che veniamo contattati, per via vocale o scritta, dalla persona in questione, basterà chiedere a Cortana: non avrà assolutamente difficoltà ad accontentarci.
Un ultimo punto a favore di Google Now è rappresentato dalla possibilità di poter lanciare l’assistente virtuale nella maniera più semplice possibile, ossia pronunciando la frase “OK Google” mentre si è nella homescreen della maggior parte delle ammiraglie; Siri invece, nonostante con l’avvento di iOS8 possa rimanere nella modalità “sempre in ascolto” – solo nella schermata di Siri, o quando l’iPhone è in carica -, necessita di essere lanciata premendo il tasto Home, oppure attivando la modalità “Raise to speak”, che consiste nel lancio immediato di Siri non appena si accosti l’iPhone all’orecchio. Cortana, per ora disponibile solo nei paesi di lingua anglosassone, è attivabile tenendo premuto il tasto “ricerca”.
Google Now vs Siri vs Cortana – Capacità di risposta e features
È chiaro che le featuers che un assistente vocale può vantarsi di possedere siano importanti, ma oltre a ciò bisogna anche tenere accuratamente conto delle capacità di risposta che riesce a frapporre alla domanda rivolta.
Allo stato attuale delle cose, Google Now si trova fortemente in testa: raramente in difficoltà, Google Now è capace di mantenere memoria delle query già chieste, è in grado di verificare le nostre prenotazioni, controllare gli orari dei voli e dei treni, e fornire dati di importanza relativamente secondaria come il punteggio della partita della nostra squadra del cuore. Non solo, ma sa memorizzare anche diversi punti di riferimento, informarci riguardo i carboidrati, i sali e le proteine contenuti in un alimento, cercare su internet il cast di un film o di uno show televisivo, e farci ascoltare anche la sua colonna sonora. Siri e Cortana offrono gli stessi servizi, ma con una qualità del servizio minore: Cortana, in particolare, come già detto lascia che l’occhio svolga la maggior parte della fatica, lasciandoci leggere da noi le informazioni limitandosi a cercare sul web ciò che ci serve (come in una normale ricerca).
Il modo in cui viene fornita una risposta è molto importante, perchè è in base completezza di quest’ultima che poi si potranno generare una serie di query secondarie. Siri generalmente mette a disposizione delle tabelle con cui riassumere i contenuti, mentre Google Now e Cortana tendono invece a dei riquadri informativi; dal punto di vista delle informazioni aggiuntive, però vince ancora una volta Google Now. Se infatti gli chiederemo informazioni riguardo, ad esempio, i Musei Vaticani, google Now ci fornirà gli orari d’apertura, il telefono da chiamare in caso di informazioni aggiuntive, il luogo e scorciatoie di navigazione come il sito web. Siri, invece, si rifiuta categoricamente di offrire informazioni aggiuntive riguardo certi luoghi, qualora non sia presente il supporto regionale, anche per query che non hanno la specificità locale come focus centrale!
Per la seconda parte del nostro focus su Google Now vs Siri vs Cortana restate sintonizzati con noi, domani la pubblicheremo!
Aggiornamento: La seconda parte del nostro approfondimento sul confronto tra gli assistenti vocali lo potete trovare QUI
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