Dopo la precedente uscita in versione ad accesso anticipato su Steam ecco che Godus, la nuova fatica di Peter Molyneux, si affaccia anche su smartphone e tablet. Scaricabile da pochi giorni sul Play Store il titolo promette di essere totalmente free-to-play e assolutamente godibile sulla maggior parte delle piattaforme mobile. Scaricato in brevissimo tempo da un utenza superiore al milione e con una media voto intorno di 4,1 il gioco sembra avere tutte le carte in regola per essere una nuova pietra miliare del mondo mobile.
Ma è davvero cosi? il gioco merita oppure la maggior parte dei download è dovuta all’incredibile fama del suo creatore autore tra gli altri di perle quali Fable, Black & White e Dungeon Keeper?
Analizzando più nel dettaglio l’applicazione, dal punto di vista realizzativo, Godus è un titolo godibilissimo sotto molti aspetti in versione mobile, forse ancor più della controparte desktop. Oltre al suo stile grafico minimalista e unico che non sfigura affatto, Godus propone meccaniche di gioco piuttosto originali per il mondo mobile, proponendo un gestionale complesso e ben rifinito, raro da trovare su questi dispositivi.
Il gioco, ci vede nei panni di una divinità intenta a plasmare l’umanità dagli albori, il che non dovrebbe stupirci visto il suo creatore Peter Molyneux, che per chi non lo conoscesse è lo stesso ideatore, tra le altre, della famosissima Lionhead Studios, compagnia che ha dato i natali alla saga di Black & White e Fable.
Abbiamo testato Godus per diverse ore nella versione mobile, dopo aver giocato lungamente la versione Desktop disponibile su Steam. Si parte con un tutorial di tutto rispetto, che seppur troppo lungo, ci guida passo passo nella scoperta di tutte le meccaniche di gioco che si nascondono dietro l’opera dei 22 Cans, software house capitanata appunto da Molynex.
L’eden che dovremmo andare a gestire in quanto dei, ci pone di fronte ad innumerevoli sfide, e i controlli touch a nostra disposizione faranno egregiamente il loro lavoro. L’obbiettivo primario è quello di far prosperare i nostri fedeli adoratori che non solo, avranno bisogno di una terra su cui vivere, ma anche di abitazioni e monumenti inneggianti la nostra opera.
Potremmo quindi modellare il terreno spianando montagne o alzando il livello del mare, piantare alberi, modificare le condizioni atmosferische, far piovere sui nostri fedeli o scatenare indicibili cataclismi sulle tribù rivali. Le opportunità di sviluppo e creazione sono moltissime alcune davvero originali e ci terranno impegnati per diverse ore.
La nota dolente purtroppo arriva dal fattore Fede. La Fede infatti è il nostro pool di mana, ovvero “la risorsa” dalla quale attingere in quanto dei, per effettuare qualunque operazione in gioco. Ben presto però, risulterà evidente come essendo una risorsa fondamentale sia alquanto difficile accumularne grosse quantità e questo comporterà inevitabilmente dei tempi morti.
La fede ci viene elargita dai nostri fedeli adoratori e si può accumulare solo nel tempo o comprandola con soldi reali. Si capisce subito purtroppo, che l’intero titolo si basa su questa risorsa primaria, e seppur sapientemente sviluppato e ottimo sotto moltissimi aspetti non è cosi dissimile nel metodo pay-for-play di gestionali simili quali Simcity, Rollercoaster Tycoon 4 o Clash of Clans.
Investire del tempo nell’attesa che la Fede si ricarichi è sempre possibile, ma questo ci porterà a pause forzate che oltre a spezzare il ritmo di gioco rendono alquanto frustrante il proseguo dell’avventura. Non disperate, Godus sa come tenervi incollati ore e ore senza richiedere il minimo acquisto in denaro sonante, ma allo stesso tempo sarebbe risultato superiore se non avesse adottato questo meccanismo forzato.
Le idee per questo Godus ci sono tutte sulla carta, ma il propendere per un modello free-to-play che realmente non lo è, ha fatto storcere il naso a più di qualche utente. Il fatto che il gioco sia nato su Kickaster, come un titolo che ambiva a reinventare il God Game e portarlo su mobile in completa libertà con un modello free to play totale (ha detta di Molyneux) non può che farci piacere.
Ci fa meno piacere però, sapere che la promessa non è stata pienamente mantenuta, e suona più come una presa in giro per l’utente, in quanto la stessa software house anche dopo la sua pubblicazione su dispositivi desktop continuava a propagandare un free-to-play pressoché totale, cosa che l’industria videoludica attuale difficilmente riesce a mantenere e gestire.
Potremmo dibattere ore sulla correttezze delle meccaniche free-to-play e sulle modalità di vendita dei giochi, argomento su cui anche lo stesso Peter Molyneux si è espresso dichiarando che:
Le persone non sono disposte a pagare per i giochi mobile. Non sono proprio abituate a pagare i giochi mobile, e tale caratteristica calza alla perfezione con il genere di utenza che speriamo di raggiungere.
Dovete sapere però che scaricando Godus state di fatto scaricando sui vostri dispositivi un gestionale free-to-play non dissimile dai classici gestionali Facebook (per intenderci) che difficilmente si sposerà con sessioni di gioco davvero gratificanti e prolungate. Potrete sì evitare totalmente gli acquisti in-app, ma talvolta per determinate operazioni dovrete attendere davvero un’eternità. Ma che vi importa? in fondo siete Dei.
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