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Airbnb: il BlaBlaCar dell’homesharing, ospitare e farsi ospitare [Recensione]

Se il couchsurfing era filosofia di vita, per viaggiatori brave (talvolta wild) senza troppi fronzoli, AirBnB la massimizza, e ne fa una piattaforma monstre presente dal 2008 in 190 paesi, 34.000 città e di imminente quotazione in borsa.

L’antesignano Couchsurfing, direbbe ad AirBnB incontrandolo:

Air, sono tuo Padre”[cit.].

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Una community di viaggiatori

Persone con una stanza, una mansarda o interi piani o case possono creare un annuncio ed entrare anche da privati nell’esperienza del Bed and Breakfast fai-da-te, in grado di accontentare un ventaglio di possibile clientela che va dal viaggiatore zaino in spalla ai “palati” più fini.

Se noi in Italia arriviamo sempre un po’ in ritardo, oltreconfine la pratica è da tempo diffusa. Il portale prima e l’App poi, stanno diventando veri e propri colossi del pernottamento online, sempre più invisi agli alloggiatori di professione.

L’applicazione, scaricabile per Android e dispositivi Apple è così ben fatta, funzionale e fluida, che non fa rimpiangere l’esperienza di navigazione desktop da PC.

Effettuato l’accesso (ci si può registrare, o usare account Facebook o Google, a cui poi segue una procedura di verifica identità) alla schermata principale, siamo invitati a scegliere la località, mentre, la successiva ci permetterà di filtrare le centinaia di soluzioni disponibili per trovarne una più confacente alle nostre esigenze.

I parametri più importanti, oltre al range di prezzo designato, riguardano innanzitutto il numero di viaggiatori, le date di arrivo e partenza e la scelta sull’optare per una camera condivisa con altri, oppure per una stanza privata o ancora per una intera abitazione a nostra esclusiva disposizione.

Altri filtri minori permettono una scrematura in base ai servizi offerti, quali ad esempio la presenza di una connessione wifi, aria condizionata, televisione, cucina fino alla possibilità di garantirsi la possibilità di accesso a persone disabili o dei nostri fedeli amici a quattro zampe.

Ristretta la cerchia, ci verranno presentati i risultati in modo chiaro ed ordinato, si potranno visualizzare le soluzioni visionando le foto degli alloggi, i profili degli host (gli ospitanti), i commenti e feedback ricevuti sintetizzati in una media di punteggio sulla base di 5 stelle.

Molto comodo poi, interagire con la mappa, per poter meglio geolocalizzare la soluzione migliore per le nostre esigenze di spostamento.

 

Cosa distingue Airbnb dai vari Booking, Trivago e compagnia cantante?

Ovviamente, oltre alla possibilità per ognuno di noi di divenire AirOspitatore e mettere a disposizione nostri spazi, prerogativa distintiva è lo spirito che guida tale fenomeno, non difforme da quanto concettualmente separa un Blablacar da uno spostamento in taxi.

Con Airbnb sarà possibile prenotare a prezzi assolutamente convenienti rispetto a quelli offerti dalle comuni catene alberghiere, spaziare tra soluzioni diversissime che vanno da una stanza supercheap condivisa, ad intere case, loft, baite o depandance dotate di ogni confort ma sempre a prezzi molto competitivi, concordarsi in maniera flessible sui tempi di check-in/out, gestire di comune accordo i contrattempi in deroga alla rigidità dei sistemi convenzionali.

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Per capirci, nell’estivo (auto)test di suddetta applicazione, siamo riusciti senza troppa difficoltà a prenotare una baita con due camere da letto, soggiorno e cucina in SudTirol per la immancabile Festa dello Speck a 85 euro in 4 persone (poco più di 21€ a testa), e in agosto un loft su 2 piani in centro a Ferrara con Tv 50” che ci ha fatto compagnia nella sfortunata serata di pioggia, in coppia a 55 euro. Non male, direi!

Un plus non da poco è rappresentato dal “fattore umano”. Verosimilmente vi capiterà, come è successo a noi, di incappare in (insospettate ed inaspettate di questi tempi) “cortesie per gli ospiti”.

Persone che trovano nell’ hosting  passione e  soddisfazione, non sarà inusuale quindi che vi venga proposto un passaggio nel caso arriviate tramite treno o aereo, consigli su come muoversi, cosa fare e dove mangiare, finanche essere accolti ed ospitati come graditi commensali, per finire a condividere qualcosa di più di un semplice tetto sulla testa.

 

Airbnb, quanto mi costi?

La commissione da pagare per tale servizio, che poi offre assistenza 24/7, va dal 6% al 12%, più le tasse. Ma non tentate di fare i furbi, ogni link, mail o numero di telefono comunicato all’host nel tentativo di aggirare la piattaforma (e relative percentuali) verrà prontamente oscurato.

Qualche difettuccio? Il fatto che gli inserzionisti usino questa ed altre piattaforme e quindi alloggi dati per disponibili nel calendario della applicazione spesso non lo siano, vi consigliamo quindi di inoltrare qualche richiesta in più del necessario, sarete comunque aiutati da un sistema di copia-incolla intelligente dei messaggi che sostituisce in automatico il nome dell’host.

Per ultimo, il fatto che alcuni “furbetti” premano troppo sul prezzo dei servivi di pulizia e costi accessori, non computati nel totale preliminare,  per ingannare il filtro prezzo, col risultato di infastidire e far perdere tempo nella ricerca.

Ma tutto sommato è poca cosa, rispetto alle possibilità che ci apre questo nuovo modo di concepire i nostri futuri spostamenti, siano essi di lavoro, programmati per piacere, oppure on-the-road smartphone alla mano.

E voi, siete pronti a partire con Airbnb?

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