Quando si va in vacanza spesso si apprezza quanto lo smartphone possa essere fonte di indicazioni più o meno valide per trovare il ristorante giusto, o magari gli orari del museo, le previsioni del tempo per le ore successive, o gli orari e i percorsi dei mezzi di trasporto. Ed ecco che con disinvoltura e senza molta attenzione mi riscopro a fare sempre più spesso un rapido swipe sulla home del mio Nexus per chiedere aiuto a Google Now.
A quel punto realizzo una semplice considerazione: che senso ha avere mille applicazioni per mille funzionalità diverse se ce n’è una che le fa tutte e a volte le fa meglio?
A conti fatti Google Now è in grado di dare indicazioni sul meteo, sulla durata del percorso che sto per fare, sui luoghi e gli avvenimenti nella mia zona e di mio interesse, insomma a dirla in breve Google Now da solo fa molto. Tutto a portata di uno swipe, molto bello, molto rapido, molto funzionale, ma anche molto rischioso.
Il rischio sta nel fatto che se questo processo dovesse continuare, aumentando l’integrazione tra le Google App e Google Now, le applicazioni di terze parti che risulteranno “inutili” si moltiplicheranno e i relativi sviluppatori vedranno il frutto del loro lavoro, del loro impegno, e dei loro investimenti andare lentamente in fumo. La diretta conseguenza sarà l’indirizzamento del loro sviluppo su altri lidi, più redditizi, e meno traballanti, ovvero iOS.
Cosa accadrà? Personalmente penso che le applicazioni di Google riusciranno a ricoprire la maggior parte delle necessità degli utenti Android, e ciò potrebbe favorire Google, ma questo modo di procedere rischia di essere un vero e proprio boomerang. A mio avviso è proprio l’attenzione e il lavoro degli sviluppatori ciò che rende un sistema operativo importante e di successo.
Voi cosa ne pensate?
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