Ormai qualsiasi blog, giornale, telegiornale e sito scandalistico è pieno di commenti ed articoli più o meno ironici sul caso degli iPhone 6 plus piegati. Ma è solo Apple a dover fare ammenda o anche altri produttori devono vergognarsi? Riassumiamo i casi più eclatanti degli ultimi tempi.
Prima che iniziate ad accusarmi di essere fanboy di qualcuno voglio premettere che cerco di essere obiettivo e di andare contro a quello che è l’andazzo generale delle notizie che girano in rete. D’altra parte sono Bastian Contrario, di nome e di fatto. Che iPhone 6 Plus soffra di un problema costruttivo più o meno grave è sicuramente innegabile. Dico più o meno perchè facendo due considerazioni capiamo che è fisiologico il problema.
Uno: mettere un telefono da 16 centimetri di lunghezza in una tasca dei pantaloni produrrà inevitabilmente delle sollecitazioni meccaniche. E vi sfido a tenerlo 18 ore di fila in tasca, anche mentre guidate, come sostiene di aver fatto qualcuno. Primo vi sfido a rispondere al telefono in macchina, secondo, quando arrivate a casa avrete una bella ecchimosi all’interno coscia, come minimo. Se non vi si sono fritti gli attributi. Se la tasca dei pantaloni è quella posteriore allora non vi considero, siete dei …
Due: iPhone 6 ha la scocca in alluminio. E l’alluminio ha tra le sue caratteristiche principali la malleabilità, che gli permette di deformarsi senza rompersi. È normale quindi che, se uno strato relativamente sottile di alluminio viene sottoposto ad una forza più o meno elevata, tenda a deformarsi. Apple poteva aggiungere dei rinforzi nei punti più delicati, questo è vero.
Ditemi però, #bendgate a parte, quanti di voi, appena acquistato il nuovo flagship da 500-700 € di un qualsiasi produttore, eseguono un test di resistenza alla piegatura. Se siete dementi forse si, altrimenti non vi passa nemmeno per l’anticamera del cervello. E forse nemmeno il mitico Nokia 3310 potrebbe sopravvivere ad un test del tipo “Ciccione con culone e telefono nella tasca posteriore si siede su un marciapiede”.
Veniamo però alle “colpe” degli altri, di quelli che adesso si divertono a gettare fango sulla concorrenza quando hanno gli armadi pieni zeppi di scheletri.
Il primo produttore che dovrebbe pensare seriamente ai fatti propri è sicuramente Samsung. Vogliamo ricordarci di Galaxy SX (dove SX non è un nuovo modello ma una qualsiasi versione di Galaxy S compresa tra 2 e 5) che prendono fuoco? Di esclusioni dai software di benchmark perchè il firmware era stato appositamente “taroccato”? Di qualità costruttive scadenti (il recente caso del Note 4 con un gap piuttosto significativo tra vetro e cornice, fisiologico secondo Samsung)? Di batterie che si gonfiano deformando la cover posteriore?
Veniamo a Sony. Poco dopo il lancio del suo flaship Xperia Z2 parecchi utenti si lamentarono del fatto che, registrando i video in 4K il telefono scaldava in maniera esagerata e si bloccava. Risposta di Sony: fate dei filmati brevi, è normale che scaldi. Tra l’altro anche Z2 soffriva di gap tra schermo e scocca e del famoso problema della “morte improvvisa”
LG? Che prima della collaborazione con Google ha inanellato dei flop da paura? E con dipendenti che inneggiano ad LG G Flex (avrà venduto come minimo 1 miliardo di pezzi, vero) e sputano su Apple, salvo poi dimenticarsi che stanno postando da un iPhone.
Potrei continuare ancora ma mi fermo per non annoiarvi. È inutile sparare su Apple quando tutti hanno qualcosa per cui vergognarsi. Tutti questi produttori, con le tasche piene dei nostri soldi, dovrebbero smetterla di fare pubblicità in cui denigrano la concorrenza. Fate qualcosa di innovativo, di ben fatto, di funzionante e valorizzatelo con la pubblicità corretta.
Sempre che ne siate capaci.
State in campana, Bastian Contrario è pronto a colpire di nuovo.
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