Il governo cinese ha fatto preoccupare un po’ gli utenti di WhatsApp nelle scorse ore. In particolare, ieri l’applicazione di messaggistica istantanea di Facebook non ha funzionato correttamente per via di una serie di filtri introdotti in Cina. Questi non hanno permesso alle persone di inviare file e, in certi casi, anche messaggi di testo.
Recentemente, il Great Firewall, ossia il sistema di filtri e controlli implementati in Cina per limitare l’utilizzo di app e social network, è stato rafforzato, anche grazie all’introduzione della nuova legge sulla cyber security entrata in vigore lo scorso mese. Diversi siti web hanno riscontrato problemi nella visualizzazione di video stranieri. I vari servizi usati dagli utenti per aggirare i firewall in Cina, tuttavia, sono stati gran parte bloccati.
WhatsApp: il governo cinese ha bloccato nelle scorse ore l’invio di foto e video senza alcun motivo
Le immagini sono successivamente riapparse diverse ore dopo la pubblicazione delle news. Alcune testate giornalistiche, come Bloomberg e il The New York Times, hanno iniziato ad avere alcuni dubbi su tale oscuramento temporaneo. Il governo cinese, però, ha smentito formalmente quanto accaduto nelle scorse ore.
Negli ultimi mesi abbiamo visto come la Cina sta lavorando su diverse misure cautelari per regolarizzare i servizi VPN. Parliamo di quelle piattaforme che mettono a disposizione una rete di telecomunicazioni privata.
Altri casi che si sono verificati negli scorsi anni, ad esempio, riguardano Facebook e Instagram. I due social network sono stati sbattuti fuori dal paese nel 2009 e nel 2014, rispettivamente, durante le proteste di Hong Kong. WhatsApp, invece, è rimasto attivo, almeno fino ad oggi. Mark Zuckerberg ha deciso di iniziare nel 2014 una battaglia per riuscire a reintrodurre i social network in Cina, però ad oggi non ce l’ha ancora fatta.
Gli utenti cinesi utilizzatori del servizio saranno sicuramente preoccupati di questa situazione. Difatti, sarebbe un problema per molti non utilizzare più WhatsApp e affidarsi ad altre piattaforme disponibili nel paese, come ad esempio WeChat.
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