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Project Ara sarà il nuovo Nexus 6?

Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato di Project Ara la nuova idea di Google nel campo smartphone.

Oggi invece vediamo come Project Ara potrebbe portare al nuovo Nexus

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I rumors attuali danno quasi per scontato che Nexus 6 usi come base LG G3 , rispecchiando quanto avvenuto negli ultimi 2 anni quando Nexus 4 e Nexus 5 hanno utilizzato come base di partenza rispettivamente Optimus G e G2. La cessione di Motorola alla cinese Lenovo non ha portato con sè il progetto ambizioso sul quale la società americana ha iniziato a lavorare nel 2012. Big G ha voluto tenere per sè quella che potrebbe essere la prima grande rivoluzione nel settore dalla presentazione di iPhone. Google è solita rilasciare il nuovo Nexus ad ottobre in concomitanza con una nuova versione di Android. Voci di corridoio parlano di una nuova versione che porta ancora il numero 4, quindi possiamo credere che la release di inizio estate porti Android alla versione 4.5, rimandando la prossima major release ad un periodo successivo.

Dalle indiscrezioni emerse finora sembra chiaro che l’attuale versione di Android non è in grado di gestire un sistema modulare come Project Ara. Quindi possiamo pensare ad una versione Android 5 che porti il supporto agli smartphone modulari, oltre che all’architettura a 64 bit. Inoltre Google creerà uno store parallelo a Google Play per vendere i moduli da installare sul Gray Phone (questo è il nome della versione base di Ara) e con l’MDK qualsiasi produttore avrà la possibilità di produrre il proprio modulo. In questo modo Google potrebbe evitare di appoggiarsi  ad un singolo produttore, ogni volta diverso, che sia in grado di interpretare al meglio la Google Experience.

Potremo avere finalmente un Nexus col modulo radio FM? Oppure con una fotocamera degna di un fotografo personale? O magari con la memoria espandibile e una batteria da record.

Riassumiamo , grazie anche agli amici di The Verge, quello che conosciamo finora di Project Ara, alla luce delle novità emerse la scorsa settimana quando si è tenuta la prima Developers Conference.

Project Ara fa parte di Google ATAP (Advanced Technologies and Products). In un ufficio piuttosto scarno, illuminato da una lampadina appesa ad un filo, arredato con semplici mobili stile IKEA, alcuni blocchi LEGO illustravano l’idea alla base di Project Ara. Avete capito bene: LEGO.  Perchè all’ATAP usano i LEGO per rendere facilmente comprensibili idee particolarmente complesse. Questo sparuto gruppetto di ingegneri e designers si è messo in testa di creare un telefono pieno di nuove tecnologie. Vogliono farlo così economico da renderlo accessibile a 5 miliardi di persone. E per farlo devono creare un ecosistema di costruttori in grado di rivaleggiare con giganti del calibro di Foxconn e Samsung. Il capo del progetto, Paul Eremenko, asserisce che si tratta del prodotto di massa maggiormente personalizzabile mai realizzato dall’umanità. E lo dice seriamente.

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Fin dai tempi di iPhone il settore ha visto una corsa all’integrazione estrema, dove ogni produttore cercava di inserire quante più funzionalità possibili in un singolo chip. Questo perchè l’integrazione porta ad una riduzione dei consumi, del peso, delle dimensioni e soprattutto dei costi.

ara1ATAP è stata pensata per creare e mettere in pratica idee rivoluzionarie. Non automobili che si guidano da sole o diavolerie simili, compito di divisioni come Google X, ma qualcosa che deve arrivare al pubblico entro due anni. E’ una filosofia importata dalla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’agenzia americana che si occupa di trovare nuovi sistemi di difesa, dove Eremenko e il suo capo Regina Dugan hanno lavorato in passato. Il modello da sempre portato avanti da DARPA è quello di creare prodotti grazie a metodi scientifici innovativie  tecnologia all’avanguardia, piuttosto che modifcare qualcosa di esistente o fare pura teoria. Ad esempio, per risolvere il problema della velocità di comunicazone tra componenti fisicamente distanti, ATAP adotterà un nuovo stantard, UNIPRO, con un anticipo di un paio d’anni sul previsto. I vari moduli di Project Ara devono comunicare tra loro ma i normali contatti magnetici sono soggetti ad usura ed ossidazione. Questo problema è stato risolto con interconnessioni capacitive, wireless e molto veloci. Per mantenere i moduli in posizione sullo chassis, i normali sistemi meccanici sono soggetti ad usura e rotture. Per questo gli smartphone Ara usernanno un sistema elettromagnetico a due stati. Il consumo è nullo in quanto basta un singolo impulso per cambiare lo stato del magnete.

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Per avere successo Project Ara deve trovare produttori hardware che sviluppino i moduli, deve produrre un endoscheletro al quale agganciarli, ed avere una piattaforma attraverso la quale distribure i componenti. Questo è il compito di Eremenko.

Un limite di Project Ara è dovuto ai problemi di dimensioni e consumi dovuti ai componenti separati. Anche in questo caso Eremenko garantisce di riuscire ad arrivare ad un 25% in più dei prodotti tradizionali. Potrebbe sembrare un grosso limite ma, se pensate ai vantaggi di avere un telefono modulare, pensiamo che si possa facilmente soprassedere.

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L’idea di Eremenko è quella di portare Project Ara nelle tasche di 5 miliardi di utenti ma con queste premesse nasce un paradosso : come si comporta  l’utente medio al momento di scegliere i moduli da mettere sul proprio Ara? Se la cosa è troppo complicata, probabilmente lascerà perdere. Eremenko prova a rispondere anche a questo : Applicazioni sul device, che permettono di “provare” virtualmente i vari componenti, social network ed una modalità “Amico”, con la quale possiamo prestare il nostro Ara ad un amico ed eventualmente clonarne la configurazione. Sono allo studio anche scanner biometrici non invasivi che misurano, dalla pupilla, il livello di stress e sono in grado di consigliare eventuali modifiche.

A gennaio Google dovrebbe rilasciare il “Grey box”, una sorta di prototipo con endoscheletro, modulo processore, wireless e batteria, ad un costo , per Google, di circa 50$. Vedremo se sarà questo il nuovo Nexus.

E voi, cosa pensate di questa idea rivoluzionaria? Aspettiamo i vostri commenti.

 

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