Siamo appena usciti da due grossi eventi ricchi di keynote quali IFA 2014 e l’evento Apple legato al nuovo iPhone in cui siamo stati sommersi da phablet di ogni forma e dimensione. Mi sono già espresso in merito negli articoli precedenti, oggi però voglio fare una considerazione più seriosa.
Il tipico keynote è strutturato più o meno così:
- Benvenuti, siamo soddisfatti di come procedono gli affari per noi
- Vi mostriamo il grafico di crescita del nostro fatturato
- Vi mostriamo il numero di pezzi venduti e in quale settore siamo il leader indiscusso
- Vi mostriamo il prodotto come se fosse una reliquia benedetta
- Vi illustriamo le 3-4 modifiche rispetto al modello dell’anno scorso
- Vi mostriamo quanti bei giochi e quante cazzate ci potete fare (Per tutti i castori dell’Ontario, non sapevo che si potesse fare tutto tranne telefonare con lo smartphone)
- Vi dicono quanto poco costa e da quando lo potrete trovare nei negozi
- Vi mettiamo un po’ di musica e facciamo ballare le gnocche (Giuda ballerino, anche l’occhio vuole la sua parte no?)
Se avete seguito il keynote di Apple avrete più o meno apprezzato il finale (non il patetico One More Thing ma l’apparizione degli U2 sul palco). Abile manovra pubblicitaria per entrambi, dimostrazione di forza economica o inutile sperpero finanziario? L’intero keynote è stato fine a sè stesso, conoscevamo ormai tutto di iPhone 6 e iPhone 6 Plus. Lasciamo perdere Watch del quale in realtà non sappiamo ancora molto, visto che da qui al prossimo anno Apple potrebbe tranquillamente cambiare le carte in tavola.
E che dire della presentazione di Samsung all’IFA? Conoscevamo già qualsiasi specifica tecnica, avevamo già immagini e dimensioni del Note 4. E anche di Note 4 Edge. E tutti gli altri brand non hanno fatto altro che mostrare prodotti dei quali sapevamo già tutto con largo anticipo.
Merito di Internet e della velocità con cui si propagano le notizie direte. Io invece credo che sia tutto frutto di un accurato lavoro di marketing. Basta tornare allo scorso anno quando Google NON ha presentato il Nexus 5. Per almeno 3 mesi sono “trapelate” informazioni sempre più precise su processore, schermo, ram, produttore, sistema operativo, memoria e costi. E tutti hanno aspettato invano che Google annunciasse la data dell’evento dedicato alla presentazione. A posteriori dovremmo chiederci: cosa e perchè avrebbe dovuto presentare? Sapevamo già tutto quindi la mossa più logicxa è stata quella di mettere Nexus 5 sul Play Store e lasciare che la gente lo acquistasse. Nessuna spesa per un evento che non avrebbe avuto nulla da mostrare, nulla da dire se non confermare quanto già detto nei mesi precedenti. E Google non naviga certo in cattive acque, tanto da non potersi permettere il costo di un evento. Semplicemente ha scelto di utilizzare in maniera intelligente i nuovi mezzi di comunicazione.
Pensiamo allora a cosa ha fato Samsung per presentare NOte 4 e Note 4 Edge. Circa 30 minuti in cui ha mostrato alcune tra le feature più innovative (se così si possono chiamare), qualche gioco, dei video e basta. Tutte cose che si potevano fare, al limite, con un keynote virtuale, come quello fatto da Mark Shuttleworth per presentare Ubuntu Mobile. Ecco, questo potrebbe essere il futuro dei keynote, perchè quelli attuali stanno perdendo senso.
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