Nonostante i vari smartwatches realizzati fin’ora, possiamo dire che siamo ancora ai “primi giorni” di questi dispositivi. Con i primi smartwatches Android Wear sul mercato e un terzo all’orizzonte abbiamo un buon assaggio di quello che potrebbero essere i dispositivi indossabili.
Android Wear è entusiasmante e sembra generazioni avanti. Ma come ogni tecnologia in rapida crescita, l’hardware e il software stanno andando a crescere in modo esponenziale con ogni generazione. Prima dell’acquisto di uno smartwatch, potrebbe essere importante considerare quanto tempo dureranno prima di diventare obsoleti.
Ed è proprio questa la domanda che ci poniamo oggi. Per quanto tempo dovrebbe durare uno smartwatch? Questa è una cosa difficile da stabilire per una nuova categoria, ma il modo migliore potrebbe essere quella di guardare in altri mercati simili. Il confronto più ovvia da fare è altri smartwatches esistenti.
Il Pebble originale è uscito nei primi mesi del 2013 e un anno dopo è stato rilasciato il Pebble Steel con un aggiornamento software per entrambi. Mentre Pebble ha rilasciato due dispositivi in un anno, Samsung ha fatto le cose in grande. Il Galaxy Gear, infatti, è uscito alla fine del 2013 e il Gear 2 è arrivato sei mesi dopo in concomitanza con il Gear 2 Neo e la Gear Fit.
Il Galaxy Gear ha una versione di Android, mentre i sequel hanno una versione del software basato su Tizen, sostituito poi due mesi dopo, dal Gear Live con Android Wear. Mentre la maggior parte delle aziende rilasciano nuovi dispositivi annualmente, i veri cambiamenti generazionali spesso arrivano quando l’ultimo software non supporta i vecchi dispositivi.
Così, mentre ci sono stati due orologi Pebble, funzionalmente simili tanto da non considerare il Pebble Steel una vera seconda generazione, Samsung da parte sua, ha rilasciato due versioni del Galaxy Gear che, sono diventati obsoleti nello stesso periodo di tempo (anche se Samsung potrebbe comunque continuare a supportare il software Tizen contemporaneamente ad Android Wear).
Ma non tutti i cicli di vita dei prodotti imitano queste pianificazioni. Gli smartphones ad esempio, sono generalmente sostituiti ogni due anni a causa dei prezzi contrattuali e delle tariffe di terminazione.
Tutto ciò permette ai produttori di telefoni di iterare e perfezionare i loro dispositivi, oltre a fornire qualche garanzia per i clienti che desiderano che il loro dispositivo sia aggiornato nel corso della sua vita.
Negli ultimi anni però, sempre più produttori stanno progettando opzioni senza contratto più convenienti, che permettono una maggiore flessibilità in modo che, in futuro, tale modello possa essere sostituito. Ma anche al di là dei contratti rigidi e dei prezzi, alcuni prodotti hanno cicli di vita determinati dalle aspettative dei consumatori.
Le console per videogiochi ad esempio, tendono a durare più a lungo di 6 o 7 anni, periodo che si estende ben oltre la capacità dell’hardware e guidato principalmente dalle vendite dei giochi. Questo però ha un aspetto positivo ed uno negativo.
Quello positivo è che le console guadagnano anche più update del software rispetto a praticamente qualsiasi altra tecnologia durante la loro vita. Quello negativo è che mentre gli sviluppatori possono spremere fino all’ultimo la potenza dell’hardware, ad un certo punto, i giochi stessi diventano limitati da esso.
Allo stesso modo, quello che può finire per essere l’aspetto più importante per determinare il ciclo di vita di Android Wear è semplicemente ciò che i consumatori si aspettano da loro acquisto.
Solitamente, il buon senso ci dice di non acquistare un dispositivo di prima generazione ma, a giudicare dal feedback sugli ultimi smartwatches e cioè l’LG G Watch e il Samsung Gear Live, questa volta potrebbe essere la scelta migliore, almeno per ora.
Il mercato degli smartwatches e dei dispositivi indossabili in genere è ancora allo stato embrionale e non abbiamo capito dal punto di vista hardware e software, quali siano le funzionalità accettabili. Ma passando alle considerazioni finali, quello degli smartwatches è un mercato unico perché deve soddisfare due aspetti molto importanti e cioè, moda e tecnologia.
Tanto per fare qualche esempio, oggi l’aspetto circolare del Moto 360, il cinturino in pelle, e la lunetta in metallo potrebbero apparire raffinata ed eleganti, ma le tendenze di moda e tecnologia potrebbero dettare una sensazione diversa fra due o tre anni.
Ancora, il display colorato e l’interfaccia adottata da Google ora potrebbero riflettere ciò che è meglio nell’hardware e nella progettazione dell’interfaccia utente di oggi, ma allo stesso tempo potrebbero diventare obsoleti nel giro di pochi anni o addirittura mesi.
Ciò che è impressionante dei nuovi dispositivi indossabili, come gli smartwatches, è che ci danno un possibile sguardo verso il futuro molto prossimo.
L’unico problema è che il futuro è sempre in movimento e quello che sembra il pronostico giusto per oggi, potrebbe non esserlo per domani.
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