Anche se un po’ in sordina, la rimodulazione di molti piani tariffari, dovrebbe far riflettere sulle politiche adottate dalle grandi major telefoniche in materia di tutela del consumatore.
Un po’ tutti abbiamo “subito” la variazione degli addebiti dei piani telefonici ogni 28 giorni invece che mensilmente, provocando di fatto uno svantaggio per il consumatore finale, passando così dalle 12 ricariche annuali previste alle 13 finali.
Ovviamente in tutto questo “c’è chi la fa più sporca rispetto ad altri”!
Wind e Infostrada hanno pensato bene di adottare le nuove scadenze, rispettivamente da Marzo e Giugno di quest’anno per tutti i nuovi clienti.
Tim in compenso ha fatto anche peggio, cercando di affibbiare la nuova scadenza di 28 giorni anche ai vecchi abbonati, provocando così la rivolta dell’Unione Italiana Consumatori che, defraudati dei propri diritti, si sono rivolti al garante per le telecomunicazioni (AGCOM) per tutelarsi, ottenendo la possibilità di prorogare i termini di recesso senza costi aggiuntivi.
Questa “piccola manovra” ha fruttato alle già gremite casse degli operatori un cospicuo introito ed un aumento pari al 7% per noi utenti finali.
“L’inganno” maggiore sta però nelle tempistiche di aggiornamento, tutte effettuate nel periodo estivo (ovviamente periodo nel quale l’utente pensa meno ai complicati intrighi e cavilli burocratici e dove la necessità di “telefonare” è sensibilmente maggiore ed indispensabile).
Non travisando nessun comportamento illegale nelle intenzioni delle aziende telefoniche, il dato più sospetto è l’uniformità da parte di tutti gli operatori nell’attuazione di tali scadenze, azzerando di fatto il mercato libero che ha alla base dei suoi principi la concorrenza “all’assalto” del piano telefonico migliore. Tale subdola procedura, proprio per la mancanza di trasparenza, è al vaglio dell’Autorità Antitrust.
Ormai è appurato che il mercato delle telecomunicazioni ha subito dei drastici cambiamenti, anche a livello Europeo ma diverse operazioni come la fusione tra Wind e H3G, potrebbero subire una ulteriore battuta d’arresto proprio alla luce degli ultimi accadimenti. Le recenti dichiarazioni del commissario Antitrust Margrethe Vestager, affermano che una diminuzione degli operatori telefonici in un dato mercato non porti a maggiori investimenti, anzi:
alcune ricerche sembrano indicare che una riduzione del numero di operatori da 4 a 3 sui mercati mobili nazionali può portare a un aumento dei prezzi per i consumatori ma non a un incremento degli investimenti
Quindi alla fine dei giochi, per noi consumatori da qualunque punto di vista la si guardi, è una situazione che a lungo andare finirà per far svanire uno dei pochi mercati ancora liberi del continente italiano.
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