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L’FBI in disaccordo con la crittografia end-to-end di WhatsApp

Gli utenti utilizzatori di smartphone chiedono sempre più incessantemente maggior privacy sui loro device. Già molti sviluppatori hanno accolto questa richiesta ed hanno dotato i loro software di nuovi strumenti potenti per proteggere la privacy, utilizzando ad esempio la crittografia per preservare i messaggi al sicuro da occhi indiscreti. Ciò ha portato, inevitabilmente, una resa dei conti con le forze dell’ordine e quindi l’interesse del governo a intercettare scambi di comunicazione tra criminali con una violazione del diritto alla privacy di molti civili innocenti, tutto questo dovuto spesso all’incompatibilità con i sistemi matematici che guidano algoritmi di crittografia. Anche il direttore dell’FBI James Comey ha espresso il suo parere per quanto riguarda l’ultimo fronte della comunicazione sicura che sarebbe controproducente per i governi, ed il dito non può che essere puntato su di una delle ultime implementazioni adottate da WhatsApp.

Come infatti ricorderete, all’inizio di quest’anno WhatsApp ha fatto grandi passi avanti nella protezione delle comunicazioni dei propri utenti in quanto ha recentemente dotato il famoso servizio di ”istant messaging” della crittografia end-to-end. Con questo nuovo sistema, nemmeno WhatsApp è in grado di leggere quello che miliardi di utenti comunicano ogni giorno. Comey riconosce che la maggior parte di questi utenti comunichino in ”buona fede” e ”rispettosi della legge popolare”, ma ci sono anche casi in cui alcuni criminali o terroristi utilizzano appieno questo particolare sistema di criptaggio per i loro malevoli scopi.

crittografia WhatsApp

In barba a tutto quanto detto fin’ora sul diritto alla privacy, il dipartimento di giustizia statunitense continua ancora  a monitorare le attività criminose che si svolgono all’interno dell’applicazione di Zuckerberg. Il fatto più allarmante però è che – secondo Comey – il governo non sta intraprendendo alcuna azione legale per cambiare il funzionamento di WhatsApp, e crede fortemente che qualcosa in tal senso si debba fare. Così come per l’accesa battaglia legale per l’accesso all’iPhone di San Bernardino, Comey sostiene però che già qualcosa in questa direzione si stia muovendo quando si tratta di comunicazioni criptate. Ovviamente è ancora troppo presto per sapere come andrà a finire questa vicenda e le sue ripercussioni ma nel prossimo futuro potremmo anche ritrovarci senza alcun tipo di ”comunicazione sicura”. Via

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