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Che telefono comprare? Meglio Apple, Android o Windows? [Editoriale Parte 1]

Molte sono le richieste per  un articolo che spieghi quale sia effettivamente il sistema migliore tra Android, Apple o Windows Phone. Molti chiedono quale sia il più veloce, il più reattivo o semplicemente il più affidabile.  Volete una risposta sincera?

Tutti e tre e nessuno dei tre!

Se questa risposta potrà sembrarvi banale o filosofeggiante – essere androidiano o non esserlo, è questo il dilemma? – tornando a noi, posso assicurarvi che una volta letto questo articolo vi darò una precisa e chiara visione di quale sia il sistema migliore e soprattutto quale sia il sistema più adatto alle vostre esigenze.

Ebbene si, perchè tutti e tre i sistemi, inutile negarlo hanno alcuni evidenti punti deboli, punti deboli che per qualcuno possono essere superflui mentre per altri possono risultare fastidiosi quanto una trave di cemento nell’occhio.

Smartphone 300 euro

Mi rendo conto che ci muoviamo su un territorio molto spinoso, direi quasi che stiamo camminando sui gusci d’uovo, d’altronde si sa, tutti hanno un sistema operativo preferito e lo vorrebbero difendere a spada tratta proponendolo come il migliore in assoluto, il sistema “Uber Alles” inarrivabile per tutti.

Ora: prima di creare una guerra per lo smartphone, vediamo di calmare i bollenti spiriti e analizzare concretamente cosa non funziona nei tre sistemi e soprattutto cosa è più adatto a me, consumatore, che cerco determinate caratteristiche in uno smartphone e soprattutto ho un preciso budget.

 

Android: Il robottino dai mille aggiornamenti

Cosa non funziona in Android? Be se dobbiamo essere sinceri: diverse cose.

Sicuramente l’affidabilità del sistema non è delle migliori, e con affidabilità intendo il vizio del robottino verde di rallentare nel tempo, di frammentarsi e di avere lag e problemi se non viene tenuto ad “Hoc”.

Danger Android Bugs

A tutti sarà capitato di vedere il proprio smartphone di fascia medio-bassa (con bassa intendo, prendendo ad esempio la Samsung che è la più conosciuta e diffusa, smartphone quali S2, S2 Plus, Ace, Trend 2, Core Prime, J1, ma anche diversi Huawei come l’Y 300-530, per non parlare di Wiko o Mediacom) rallentare e scattare sempre più con il passare del tempo.

Se dobbiamo spezzare una freccia in favore del robottino non è l’unico ad avere questo problema, anche iOS e Windows ne sono afflitti anche se in modo decisamente molto meno marcato. Per i fans della mela, provate ad usare un iPad 3 con iOS 7 o un iPhone 4 e vedrete che anche li si palesano lag e rallentamenti evidenti.

Per Android però il problema è presente anche dopo pochi mesi. Si nota spesso l’incapacità a reagire fluidamente al touch repentino dell’utente, al suo bisogno di fluidità e affidabilità in tutte le situazioni.

Questo è dovuto principalmente alla pesantezza del sistema operativo che richiede un’elevata quantità di risorse hardware per poter girare egregiamente. Oltre alla sua mal ottimizzata gestione del registro di sistema che tende a frammentarsi e a creare cicli ridondanti nel tempo.

Gli aggiornamenti non fanno che migliorarlo ma sotto questo aspetto appesantiscono ancora di più il problema e creano un sistema che seppur ottimo, è spesso instabile.

Ma io non ho effettuato aggiornamenti, non ho applicazioni installate, perché succede lo stesso?

Anche se non avete visto un singolo aggiornamento di sistema, le applicazioni in esecuzione sul dispositivo si aggiornano alle versioni più recenti. Se stai usando le apps più recenti o aggiornate le versioni delle applicazioni stesse che utilizzavi, esempio 6 mesi fa, erano più prestanti con meno funzioni e di conseguenza più leggere per il tuo sistema rispetto a quelle attuali.

Questo sembra accadere su ogni piattaforma. Con il passare degli anni, le applicazioni, i giochi, il sistema stesso richiedono più RAM e un hardware più preformante diventando sempre più esigenti.

Android sui terminali di fascia bassa e su quelli ormai datati nel tempo tende, se non viene formattato spesso, a perdere in fluidità ed affidabilità anche a distanza di pochi mesi.

 

Cosa significa tutto questo?

Android Fever

-Sei pazzo Android è il numero uno!-

So che molti di voi staranno pensando questo, e non posso che darvi ragione Android ha moltissimi pregi: La sua infinita personalizzazione, la possibilità di avere moltissime applicazioni gratuite e di permetterci di intervenire e modificare ogni parte del suo sistema facendoci girare praticamente l’infinito ed oltre.

Android è oggettivamente bello da vedere, pratico e comodo. Ha uno store da paura, una compatibilità praticamente con tutte le periferiche esistenti, è colorato, e come se non bastasse è il più diffuso e quindi il più supportato.

Ha una gestione delle notifiche inarrivabile, una gestione delle condivisioni inarrivabile e un ottimo feeling per quanto riguarda usabilità e divertimento.

Fin qui siamo tutti d’accordo, quello che però dobbiamo ammettere è che sia un “mangia risorse” notevole, ancora troppo mal ottimizzato per i telefoni di fascia medio-bassa:

A tutti noi è capitato, nei periodi peggiori di fluidità, di non riuscire a rispondere ad una chiamata anche cliccandoci sopra 3, 4, 5 volte. Ebbene si, bello ma non sempre il migliore.

CONCLUSIONI:

Se vi definite uno “smanettone“, vi piace personalizzare ogni angolo del vostro telefono, giocate un sacco con lo smartphone e volete un telefono al top per il quale siete disposti a spendere sopra i 300 euro -qualcuno ha detto P8 Lite, Samsung J5 o Zenfone 2?- allora potete andare tranquillamente ad acquistare un terminale Android.

Nella fascia mid e top di gamma Android sicuramente ha moltissimi pregi e pochissimi difetti.

NOTA DOLENTE: Tutti quelli che cercano un terminale affidabile, semplice da gestire, pulito e fluido ma con un budget limitato quindi sotto i 150 euro, devono evitare questo sistema operativo, salvo rare eccezioni.

apple-samsung

iOS

Il discorso di iOS è invece molto diverso: le cose che non funzionano sono sicuramente il costo di base elevatissimo per poterlo utilizzare anche a dispetto di un comparto hardware non eccellente, e la sua mentalità molto chiusa e poco permissiva.

So, che ora i fans della mela si staranno strappando i capelli urlando blasfemie più o meno evidenti contro tutti quelli che la pensano cosi, però ammettiamolo, iOS offre molto ma quasi tutto a pagamento, non permette all’utente la personalizzazione che permette Android e per certi versi anche Windows Phone, ma soprattutto ha alcune lacune ancora da colmare.

apple vs android

Prima di trovarmi la macchina rigata sotto casa con il logo della mela, vorrei partire dicendo che iOS è sicuramente un sistema leggero ed affidabile, fluido e sempre reattivo, ha un ottimo ecosistema alla base ed è sempre ben foraggiato di applicazioni e periferiche accessorie.

Il Touch ID poi funziona benissimo, meglio della maggior parte dei lettori di impronte su vari Android, e l’applicazione di Google per iOS è semplicemente fantastica: oltre ad integrare Google Now, è una sorta di mini browser in cui aprire anche i risultati di ricerca, con uno storico dei contenuti che è in pratica affine alla pagina app recenti su Android.

L’interfaccia stessa di iOS ha poi tante piccole chicche, come le icone che si spostano lievemente in accordo all’inclinazione con cui teniamo il telefono o l’auto-refresh all’apertura di molte applicazioni, che è una gran comodità.

Cosa non funziona?

Beh, partiamo dalla presunta semplicità di iPhone, semplicità che è in parte reale, in parte un mito.

Il pulsante home centrale è una sorta di maniglione anti panico: c’è solo quello, quindi anche l’utente più sprovveduto, quando non sa cosa fare, poco prima di entrare in ansia per essere finito nelle impostazioni di sistema e non capire cosa questo comporti, lo preme e, con suo immenso sollievo -fa anche un respirone profondo generalmente- torna al sicuro nella sua tanto amata home.

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Fin qui è facile immediato e per dirlo in gergo “easy peasy lemon squeezy“. Peccato però che navigare all’interno delle applicazioni non sia sempre così immediato.

Se ti abitui al pulsante Indietro di Android o Windows Phone ad esempio, è difficile tornare… indietro.

Ogni app su iOS si comporta infatti un po’ a modo suo: Ammettiamolo, a volte c’è una freccia, a volte un “annulla”, altre ancora un “indietro” vero e proprio, in altre ancora non c’e’ nulla; il punto è che tutte queste opzioni sono in alto, vicino alla barra di stato, il che rende molto più complicato usare iPhone con una mano sola di quanto non sia Android.

Si spiega in effetti come mai Apple ci abbia messo tanto a spostarsi verso schermi più grandi: già il 4,7” di iPhone 6 non è facile da utilizzare con una sola mano, perché per muovervi tra le funzioni delle varie applicazioni dovrete arrivare col pollice vicino all’angolo in alto a sinistra molte più volte di quanto non fareste su Android. Sembra una piccolezza, ma nell’utilizzo quotidiano a mio avviso si nota.

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Solo recentemente Apple ha messo una pezza a questa cosa aggiornando il proprio sistema e dando la possibilità di tornare “indietro” tramite swipe dal lato sinistro del display, funzione davvero molto comoda che ha in parte mitigato questo problema, anche se la cosa non ci ha ancora convinto completamente.

Il “maniglione antipanico” di cui parlavo prima poi, ha in realtà molte più funzioni di quanto sembri. Un singolo clic ti riporta alla home (in realtà, se c’era una cartella aperta, rimanda a quella stessa cartella e solo un secondo clic riporterà davvero alla home: non mi piace), un doppio clic apre la pagina delle app recenti, ed una pressione prolungata avvia Siri: si vedono insomma anche gli svantaggi di avere un solo pulsante, che deve per forza di cose ricorrere a combinazioni diverse per funzioni diverse.

Un’altra cosa che sottovalutano gli utenti meno avvezzi alla tecnologia, è la sua configurazione iniziale decisamente più lunga e “complicata” di quella rispettivamente di windows e Android e in generale una mancanza di comunicazione con altri dispositivi e connessioni che non siano strettamente Apple o Mac.

Sottigliezze? si, forse si, questa è solo questione di abitudine ad uno o l’altro sistema, ma che dire della condivisione?

 

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La condivisione su iOS è profondamente diversa da quella su Android. Su Android quasi ogni applicazione può inviare contenuti alle altre: scambiare foto, link, video, testo e altro materiale tra un’app e l’altra è questione di un attimo: siete in un’applicazione, c’è un contenuto che volete condividere, premete il pulsante apposito e nella maggior parte dei casi avrete in elenco l’applicazioni a cui lo volevate inviare.

Dalla galleria, ad esempio, potete inviare foto solo via messaggio (SMS), email, e qualche social network a seconda di quelli che avete installati; e la galleria è una delle app con la condivisione più ampia, su altre è anche peggio.

Su Android invece avrete anzitutto Bluetooth e Android Beam, che sono due fonti da non sottovalutare, oltre praticamente a tutte le app di messaggistica installate, quelle per le note (come Google Keep), i social network, i cloud storage e via dicendo: praticamente tutto ciò che potrebbe mai servirvi.

Il concetto è che su iOS, nella maggior parte dei casi, dovrete aprire l’app che vi servirà per condividere il contenuto, non il contenuto stesso. Se volete inviare un’immagine su Hangout dovrete aprire quest’ultimo, selezionare la chat che vi interessa e usare l’apposito pulsante per allegarla, non aprire la galleria e condividerla da lì.

Qualcuno potrebbe obiettare che sia solo questione di abitudine, ma non è del tutto vero: iOS è semplicemente più lento perché ci vogliono più passaggi ed interrompe il flusso naturale, perché se sto navigando e vedo un video che mi piace, per inviarlo agli amici devo prima aprire WhatsApp interrompendo quello che stavo facendo.

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CONCLUSIONI:

Concludendo, iOS è un ottimo sistema a livello di fluidità ed affidabilità, concreto e solido, non ha la personalizzazione e le capacità poliedriche di Android ma sicuramente è bello da vedere e divertente da utilizzare. Un sistema solido che sa farsi vendere egregiamente da Apple, attualmente sicuramente la numero uno in quanto a marketing e pubblicità.

NOTA DOLENTE: Il costo iniziale è piuttosto proibitivo per la maggior parte degli utenti occasionali e per chiunque non voglia spendere più di 600 euro per un telefono (iPhone 5S lo trovate in media sui 450 euro mentre il 6 parte da 600 euro nelle offerte migliori).

Il 5C ha abbassato di molto questa soglia ma comunque se confrontato con modelli concorrenti non basta il solo sistema iOS ha farci propendere positivamente per questo telefono che in fin dei conti monta una fotocamera, un display e un hardware non all’altezza di proposte concorrenti se paragonate a quella stessa fascia di prezzo.

I materiali poi sono plasticosi mentre per quella cifra (P8 lite, Zenfone 2, Ascendet g7, Lumia 930,Sony z3 compact) già possiamo trovare alluminio e leghe metalliche di qualità superiore.

Come alternative, mi viene in mente l’attuale Zenfone 2 venduto all’incirca al prezzo del 5C o ancora il Samsung galaxy s5 o l’LG G3 o il Lumia 930 che propongono una soluzione alternativa piuttosto valida. Senza contare che 8 GB di memoria non espandibile sono davvero un “handicap” troppo elevato.

Mentre la versione da 16 GB perde subito di appetibilità andando troppo vicina per prezzo allo stesso iPhone 5S o a modelli Android quali Huawei P8 e Samsung S6 che sono nettamente superiori.

Per terminare le conclusioni -altrimenti mi dilungo troppo- iOS è un ottimo sistema adatto a chi cerca qualcosa di affidabile e semplice ma ha anche un budget superiore ai 600 euro per farlo.

Se cercate un telefono economico affidabile e che faccia foto di elevata qualità, dovrete migrare su altri lidi, se cercate invece un sistema relativamente semplice, glamour e affidabile, e per voi la soglia dei 600 euro non sono un problema, allora potrete tenere in considerazione tranquillamente di passare ad Apple.

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Continua….Nella seconda esploreremo Windows Phone, lo sconosciuto che cerca di ritagliarsi uno spazio tra questi due colossi portando, come vedremo, tanti vantaggi ad un costo contenuto.

Fateci sapere nei commenti le vostre opinioni!

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