In casa Apple proprio non va giù il modo in cui l’FBI in queste settimane ha gestito la situazione che potenzialmente potrebbe portare a sbloccare un iPhone senza l’utilizzo di un codice. Il brand di Cupertino da sempre si è opposto a questo scenario, parlando pubblicamente della necessità di difendere la sicurezza e la privacy della propria utenza, a costo di scontrarsi con le autorità americane.
Questo quanto affermato da quello che a conti fatti è attualmente il numero uno in casa Apple, Tim Cook:
“Per rispetto delle indagini non abbiamo parlato di nulla con i media. A sorpresa, però, l’FBI ha fatto il contrario, cercando di cavalcare l’onda dell’attacco terroristico per accaparrarsi l’opinione pubblica.
Tra l’altro, come hanno confermato anche i parenti delle vittime, tutti i dipendenti della Contea avevano un telefono aziendale e tutti sapevano che erano monitorati costantemente. Questo fa capire come sia altamente improbabile che su questo iPhone 5c il terrorista abbia memorizzato informazioni importanti, o comunque legate ai suoi complici.
Non siamo a nostro agio nel combattere il governo, ma lo facciamo volentieri se si tratta di difendere le libertà civili. Quello che non abbiamo proprio apprezzato è stato il modo in cui il governo ha gestito la vicenda”.
Cook ha anche sottolineato un errore da parte dell’FBI, vale a dire quello di chiedere Contea di San Bernardino, datore di lavoro dell’attentatore ed in possesso del suo iPhone 5C azienzale, di reimpostare la password di iCloud. Così facendo, è stata proprio l’FBI a far sì che potesse essere impossibile recuperare i dati da un backup automatico più aggiornato.
Insomma, la polemica non sembra spegnersi e la sensazione è che la telenovela relativa alla possibilità di sbloccare un iPhone senza codice si trascinerà ancora a lungo.
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