Come tutti ben sanno, Apple è vista dal pubblico come un brand la cui affidabilità è il suo punto di forza come anche la serietà e la qualità ma c’è un altro aspetto che solo gli utenti attenti notano ed è il poco “cannibalismo”.
Se non avete colto l’idea, il quarto aspetto elencato dal sottoscritto è inteso come la “morte” di un servizio lanciato dall’azienda stessa per rimpiazzarlo da un altro e, per Apple, ciò è da evitare. Se ci avete mai pensato, tutti i servizi ed i prodotti della casa di Cupertino non hanno mai subito un rimpiazzo e tendono, ancora tutt’oggi, ad essere “unici” per la loro funzione o per il loro utilizzo. Parliamo ad esempio di iPad, del Mac o di iCloud che sono prodotti e servizi lanciati per primi sul mercato Apple e mai rimpiazzati. Unica eccezione che potrebbe risaltare all’occhio è il lancio di iPhone che ha nettamente gravato negativamente sul mercato degli iPod.
Parlando di iPod, esso lo correliamo alla musica ed a quanto riferito dalla Warner Brothers Music, una delle più famose case discografiche al mondo, le entrate dei servizi streaming di musica come Spotify e Deezer hanno superato le entrate derivate da download digitali. Inoltre, dal 2013, il numero di download digitali è calato drasticamente anno in anno per la prima volta da quando fu’ lanciato da Apple l’iTunes Music Store nel 2003.
Ormai è inevitabile ed i dati parlano chiaro: gli utenti preferiscono servizi in streaming tramite abbonamento mensile o ad-supported per ascoltare musica; al contrario di ciò che affermava Steve Jobs, secondo cui la gente preferiva avere la propria musica a portata di mano sul proprio iPod.
Apple, comunque, non è ignara di questo fenomeno data l’acquisizione di Beats per 3 miliardi di dollari lo scorso anno e l’idea di voler lanciare sul mercato un proprio servizio di musica streaming denominato Apple Music, prossimo all’annuncio per il WWDC della settimana prossima. Problema risolto direte voi ma se ripensate al quarto aspetto descritto prima, vi sterete facendo due domande su quale fine farà iTunes dopo 12 anni di attività.
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Apple sa bene come la musica in streaming rappresenti il presente ed il futuro del business musicale e deve cercare in tutti i modi di rendere Apple Music il servizio più ricercato ed affidabile sul mercato anche se facendo questo, il flusso di utenti iTunes calerà drasticamente ma se Apple vuole ancora essere presente attivamente sul mercato musicale deve attrarre popolarità ad Apple Music senza porsi domande.
Se ciò non accade, questo servizio potrebbe fare la fine di iTunes Radio: invano tentativo di incanalare gli utenti verso iTunes ed incrementare il numero di download digitali. Ad aggravare ciò c’è l’interfaccia poco chiara e l’algoritmo di raccomandazione delle canzoni molto confuso ma il nocciolo della questione è che se Apple vuole sbancare con Apple Music, esso non dovrà essere un canale di sbocco su iTunes ma dovrà sostituirlo del tutto.
Come avevamo già visto in precedenza, Apple era già al lavoro per portare al suo servizio di musica streaming quel fattore che lo differenzierà dagli altri, introducendo delle esclusive da parte delle più importanti case discografiche con l’obiettivo di tagliare del tutto la concorrenza ma la domanda rimane la stessa: cosa ne sarà di iTunes?
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