Fin dalla loro presentazione, i Google Glass hanno stuzzicato le fantasie dei tecnofili di tutto il mondo, ansiosi di poter avere un nuovo “giocattolo” su cui mettere le mani.
In seguito la curiosità iniziale è cambiata in eccitazione immaginando le enormi potenzialità dei Google Glass. L’idea originale alla base dei Google Glass è quella di fornire all’utente un sistema rapido ed efficace per accedere alle informazioni di cui necessita, quasi un’estensione di Google Search. L’evoluzione ha portato ad un uso dei Google Glass diverso da quello per cui erano stati originariamente pensati, come giochi, esperienze di viaggio, diari personali. Sono utilizzati persino dai docenti di alcune università, e medici e chirirghi li usano negli ospedali.
Se gli appassionati continuano ad essere entusiasmati dai Google Glass, cosa succede per l’utente medio del mercato? Lo sviluppo dei Google Glass è iniziato diversi anni fa e da due anni sono disponibili i primi prototipi, che continuano ad essere in una fase beta. Ci sono un sacco di cose da completare prima che Google possa mettere nei Google Glass tutte le funzionalità a cui ha pensato. E potrebbe v0lerci troppo tempo, tanto da portare l’utente medio , una volta passata l’infatuazione, a rivolgersi ad un prodotto della concorrenza già pronto. Il recente accordo con l’italiana Luxottica per lo studio del design definitivo potrebbe non essere sufficiente a tenere vivo l’interesse dei non tecnofili. Sia chiaro, parecchi hanno già messo da parte un tesoretto per acquistare i Google Glass una volta che verrà avviata la produzione di massa, ma se l’hype inizale dovesse scemare, per Google potrebbero essere guai.
Abbiamo l’esempio recente di OnePlus, che ha saputo creare dal nulla un’attesa spasmodica per uno smartphone che non si è rivelato particolarmente innovativo e la cui distribuzione risulta ancora incerta. Questo ha fatto calare rapidamente l’interesse in molti potenziali acquirenti, che si sono rivolti alla concorrenza già presente sul mercato, non ultima LG con il suo magnifico G3.
Lo stesso potrebbe accadere a Google, anche se nel settore wearable la concorrenza è ancora praticamente nulla. Non esiste un dispositivo sul mercato che faccia quello per cui sono stati pensati i Google Glass. Per questo, forse, Google riesce a mantenere vivo l’interesse per questo prodotto. Google dovrà ponderare con attenzione le prossime mosse, per evitare di perdere una grossa fetta di un mercato ancora vergine. C’è però da dire che la fase beta si sta prolungando perchè Google vuole essere sicura che i Google Glass possano fare tutto quello per cui sonostati pensati, senza alcuna scorciatoia, nel modo corretto.
Certo, a questo punto dello sviluppo Google potrebbe avviare la produzione di massa e lanciare i Google Glass sul mercato entro la fine dell’estate, le risorse a disposizione ci sono. La base di utilizzatori attuali sta fornendo una grossa mole di feedback, negativi e positivi. Google sta risolvendo i problemi che emergono e sta cercando di ottimizzare tutte le funzionalità. Al momento del lancio i Google Glass dovranno essere semplicemente perfetti, funzionare senza alcun rallentamento ne bug di alcun genere. Considerando la pubblicità negativa che si sono attirati, in merito alla privacy e alla sicurezza, al momento del lancio i Google Glass non potranno essere meno che perfetti. Il potenziale è enorme ma quando Google deciderà di lanciare i Glass sul mercato ci saranno comunque alcune cose che l’utente medio terrà in considerazione: un prezzo abbordabile, un design non troppo futuristico e “giocattoloso” (e qui entra in gioco l’esperienza di Luxottica) e una buona quantità di funzioni che li convinca a tenere definitivamente in tasca lo smartphone.
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