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Il creatore di Android, Andy Rubin, lascia Google

Andy Rubin ha ufficialmente lasciato Google. Fu il cofondatore  oltre che di Android, di Danger (azienda che era specializzata di design hardware e software).  Entrò a far parte del colosso di Mountain View nel 2005 quando Google acquisì segretamente Android. Divenne così il  Senior Vice President di Android fino al 2013 quando passò a capo della divisione robotica di Mountain View, che ottenne d’allora una grande spinta  per la continua ricerca all’innovazione.

Andy nacque nel 1962 e si dimostrò appassionato di computer fin da giovane laureandosi in informatica all’Utica College nel 1986. Nello stesso anno iniziò a lavorare nella Carl Zeiss, e  tre anni più tardi faceva parte del corpo di Apple.

Andy Rubin Google’s senior vice president of mobile and digital content begins selling a wallet phone directly to U.S. consumers

Ad oggi Andy Rubin è semplicemente un genio in campo informatico capace di realizzare un Sistema Operativo che soddisfa le esigenze di molte persone. A lui si deve anche il lancio del Nexus One e della gamma Nexus ( ampliata da poco con i nuovi Nexus 6 e Nexus 9).

Ha deciso di abbandonare Android per dedicarsi ad un nuovo progetto: un’ incubatrice di start-up di prodotti hardware, campo in cui una mente come la sua non potrà far altro che continuare a “divertirsi”.

La partenza di Andy Rubin rappresenta un’ altra perdita importante per Google e per il robottino verde, dopo quella di un anno fa di Hugo Barra passato a Xiaomi. Un periodo di continui cambiamenti di line-up per BigG, che ha visto negli ultimi tempi anche l’ascesa di Sundar Pichai a zar di Google. È stato proprio quest’ ultimo a prendere il posto di Andy Rubin nel 2013 nella dirigenza di Android.

Gli analisti però non credono che questa perdita influenzerà il potere economico di Google in quanto Rubin si stava appunto occupando di robotica, un campo che indica per l’azienda la spinta per la crescita futura.

Un clima che rimane abbastanza mite a Mountain View, infatti Larry Page non può far altro che ringraziare il suo collega e augurargli buona fortuna.

 

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