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Xiaomi: l’azienda asiatica considerata la “Apple della Cina,” è in difficoltà

Xiaomi azienda cinese produttrice di smartphone  e considerata da molti come  la “Apple della Cina” sarebbe in guai seri. Infatti le vendite in Cina degli smartphone di Xiaomi, una volta presentata come la risposta del Paese ad Apple, sono diminuiti di un enorme 38 per cento nel secondo trimestre del 2016, secondo i nuovi dati dalla società di ricerca IDC . Xiaomi non ha risposto immediatamente ad una richiesta di commento su questa inaspettata debacle. I telefoni di Xiaomi non sono ancora disponibili in tutti i mercati occidentali, ma l’azienda ha sviluppato una reputazione assai frizzante tra gli addetti ai lavori e gli appassionati di tecnologia. 

L’azienda che si è lanciata nel settore degli smartphone a partire dall’anno 2010, ha subito registrato una crescita folgorante. Addirittura verso la fine del 2014 è stata considerata come una delle aziende tecnologiche di maggior valore al mondo con una valutazione di 46 miliardi di euro. Specializzata nella produzione di smartphone a buon mercato ma di ottima qualità, l’azienda cinese negli scorsi anni era cresciuta molto nel settore riuscendo a coltivare una base di fan insolitamente appassionati per i prodotti di questa azienda. Tra l’altro questa azienda che anche nello stile dei suoi dirigenti a più di qualcuno ha ricordato l’epopea di Apple ha potuto per diversi anni godere del forte sviluppo nel mercato degli smartphone che vi è stato in Cina. 

Nel 2015 Xiaomi si è posta un obiettivo ambizioso è cioè quello di vendere 100 milioni di smartphone. Ma a partire dallo scorso mese di luglio, le vendite hanno cominciato a rallentare,  e dunque per tutti ha iniziato a diventare chiaro che questo obiettivo non sarebbe stato raggiunto. Secondo un rappresentante della società Xiaomi nel 2015 è riuscita comunque a vendere più di 70 milioni di dispositivi. All’inizio di quest’anno, Fortune ha riferito che le entrate di Xiaomi è a malapena sono cresciute nel 2015 . Gli ultimi dati di IDC ora però suggeriscono che Xiaomi non solo non cresce ma in realtà sarebbe in caduta libera.

Xiaomi  ha venduto circa 10,5 milioni di smartphone in Cina nel secondo trimestre di quest’anno, in calo da 17,1 milioni rispetto a quanto ottenuto un anno prima. Questo è un calo del 38,4 per cento. Allo stesso tempo, i suoi rivali Oppo e Vivo sono saliti alle stelle, godendo di tassi di crescita del 124,1 per cento e 74,7 per cento . Interessante notare che anche Apple sta lottando in Cina e, con le spedizioni in giù 31,7 per cento vendendo 8,6 milioni di dispositivi nell’ultimo trimestre, rispetto a 12,6 milioni nel Q2 del 2015, anche per la multinazionale americana con sede a Cupertino le cose in Cina non vanno molto bene.

Xiaomi
Xiaomi

Vale la pena notare che Xiaomi vende anche altri prodotti diversi dagli smartphone, come depuratori d’acqua e hoverboard. Ma gli smartphone rappresentano ancora il prodotto fondamentale per la società cinese che dichiara che solo il 5% dei suoi ricavi non deriva dal settore degli smartphone, così come messo in evidenza da Fortune. Gli esperti dicono che un rallentamento della crescita dopo anni in cui l’azienda è cresciuta a doppia cifra era inevitabile. Soprattutto considerata la grande concorrenza che vi è sul mercato. IDC inoltre indica come possibile causa del calo pesante un fallimento del marketing di Xiaomi.

Xiaomi  ha precedentemente speso molto poco per il marketing ed è sempre stata molto fiera di questa scelta , basandosi sul passaparola  circa la qualità dei suoi prodotti. Ma questa tattica non è più vitale, come  stanno dimostrando Vivo e Oppo che stanno spendendo molto, compreso l’uso di “ambasciatori del marchio” per promuovere i loro smartphone, Xiaomi dunque è stato costretto a seguire l’esempio.Assumere testimonial può contribuire ad aumentare i numeri nel breve termine, ma questo da solo non può essere sufficiente per guidare i numeri nel lungo periodo. I fornitori devono costantemente pensare fuori dagli schemi per convincere la gente  a puntare sui loro prodotti. Xiaomi  che una volta era il capo del branco, ora è costretto ad inseguire.

 

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